In Italia abbiamo un Ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda, che non sappiamo come definire… se superficiale, o impreparato o, peggio, bugiardo.
A proposito del gasdotto “Tap” che attraverserà anche le nostre zone terremotate, in un intervento ufficiale presso una presentazione Eni, ha affermato: “ll Tap è in una situazione che io definirei umiliante per il Paese perché non riusciamo a fare un tubo di un metro e mezzo che non tocca la costa. Ieri ho avuto uno scambio con un importante intellettuale italiano che lo definiva ‘un tirannosauro’. Io gli ho risposto, ma è un tubo di un metro e mezzo”.
Innanzitutto il “tubo” non è né per lunghezza né per diametro di un metro e mezzo ma è lungo centinaia di chilometri e largo 120 centimetri; non tocca la costa perché sulla costa insistono centinaia di città; conterrà gas ad alta pressione non destinato all’Italia che sarà solo suolo di transito. Si è dimenticato di dire della pericolosità del “tubo”, più esatto dire “pipeline”: se ci dovesse essere un malfunzionamento ci sarebbero esplosioni e incendi, come è già avvenuto con gasdotti di minori dimensioni (60 centimetri di diametro).
La vicenda “Tap” è grave, la gente non sa, la stampa poco ne parla e il Ministro minimizza.
Per chi ne volesse sapere di più ci siamo occupati due volte di questa situazione in modo molto dettagliato e, soprattutto, veritiero. Ecco i link:
http://larucola.org/2017/04/03/reportage-da-colfiorito-non-basta-il-sisma-ora-anche-il-gasdotto/
3 dicembre 2017