“La ballata della scimmia” in questi versi il ragazzo, la droga e l’amore di una madre

Ragazzo mio, ti sei avvolto / di ombre in delirio / ed ora chiuso nel tuo inferno / hai poco spazio per vivere / e troppo tempo per soffrire. / Guazzi nella palude fosca / dei tuoi giorni senza sponda / dove i relitti dei tuoi sogni giovani / affondano con le disperazioni / dei tuoi ricordi inutili / e dove nel fragore di un concerto pazzo / anche la tua mente si è stonata. / E tu gemi e tu gridi. / La scimmia ride a fa la sua ballata. / Ma il mio cuore si squarcia… / Ragazzo mio, guardo i tuoi occhi / il nero grande delle tue pupille / e penso al buio delle tue paure / e ai buchi delle tue incoscienze. / Quali porte proibite / hai spalancato? / Quali liturgie demoniache / hai rituato? / Volevi di Dio l’eternità / cercavi nuovi infiniti / e invece guarda / come sono balordi i paradisi tuoi / e come sono veri i tuoi inferni. / Hai violato le leggi della vita / e non ti accorgi ora / che stai cadendo / in miseri frantumi / insieme con i tuoi vent’anni / ormai già rotti. / E tu tremi e tu gridi. / La scimmia aspetta e fa la sua ballata. / Ma il mio dolore è immenso. / Ragazzo mio, ho messo un lume / alla finestra della mia speranza / ho accordato le vibrazioni / della tua anima esiliata / con i rumori più sacri della vita / con le note più sublimi dell’amore /  e ora attendo che tu / dal tunnel delle perdute / tue illusioni / esca per prendermi la mano / e dirmi che il tuo viaggio / ha trovato la sua fine… / E tu mi guardi e tu sorridi… / E la scimmia non farà più / la sua ballata / perché io tua madre / saprò darti la mia vita / oltre la vita…

Lella Spadellini Riganelli

13 gennaio 2024

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