Indossiamo il costume da bagno
Le poderose sforbiciate ai nostri averi ci stanno lasciando praticamente in mutande! Dovendo così fare a meno anche della stoffa per vestirci, che almeno ci resti il piccolo lusso di indossare un costume da bagno sebbene datato! Sembrano pensarla proprio in questo modo i bagnanti che affollano le spiagge (quelle libere) del litorale marchigiano. Armati di ombrelloni, passeggini e suppellettili varie, gli amanti della tintarella giungono nei lidi a ingresso libero a caccia del posticino che non sia stato già occupato. Queste distese di sabbia e ghiaia sono prese d’assalto da tutti coloro che hanno tagliato anche la spesa di sdraio e lettini in affitto. Gli stabilimenti balneari sono rimasti pressoché vuoti in questa estate 2012 e i confinanti spazi free, invece, pieni un po’ di tutto: persone, cani, sporcizia. Già dal 2002, occuparsi della gestione delle spiagge libere è compito delle Regioni, che possono decidere di delegare ai Comuni. Inoltre, ci sono associazioni di volontariato che si occupano di coprire con un servizio di salvataggio anche spiagge libere di piccole dimensioni e, in alcune, è anche consentito portare animali. Questo sulla carta, poi lo scenario reale è tutt’altra cosa. Le spiagge libere presentano insidie: erbacce ovunque, ma di quelle con le spine che s’attaccano come le pulci. Si tratta di spazi incolti, sporchi, malandati dove il bagnino di salvataggio è fantomatico. Per entrarci, bisogna superare le tre prove a rischio mortale di Indiana Jones. Sono anche teatro di comportamenti non proprio simbolo di civiltà e di rispetto dell’ambiente. Il rispetto di quest’ultimo lo si dimentica con facilità, non per colpa di Madre Natura ma di chi gestisce questi spazi di gratuito accesso e di gratuito scherno. Tuttavia non ci si perde d’animo e si occupano le suddette spiagge noncuranti di ciò che vi si trova: rifiuti vari, pezzi di legno per indurre il cane alla corsa, escrementi. Ci si organizza come si può, portando con sé ogni comfort: ombrelloni pesantissimi a cui segue il rito della buca per piantarli, mezzi sofà riciclati dalla casa di campagna, sedie Luigi XVI, leggerissimi lettini “all’ultimo grido”. Di positivo c’è che la crisi non ferma il sogno della villeggiatura e, a dispetto di essa, persino il mese di settembre mostra spiagge gremite come a Ferragosto. Ci rimane, però, la nostalgia per quell’allegra famigliola attrezzata di barbecue, zuppiera di melanzane alla parmigiana, tavolo da giardino e vecchietto penzolante su sediolina di legno. Tutto si evolve e oggi non c’è più lo stile “Cafonal” di una volta!
Raffaella D’Adderio