A cura di Giuliano Pietroni
Quest’anno ricorre il 50° anniversario della misteriosa scomparsa di Enrico Mattei. Primo di cinque fratelli, nasce ad Acqualagna (Ps) il 29 aprile del 1906 dai genitori Antonio e Angela Galbani, una famiglia modesta che successivamente, nel 1919, si trasferisce a Matelica ove Enrico rimane fino all’età di 23 anni.
Le vicissitudini scolastiche
Frequenta le scuole elementari con scarso interesse: il rendimento è modesto e l’attitudine allo studio quasi inesistente. E’ un bambino intelligente ma indisciplinato, refrattario alle regole e alle imposizioni. Non si trasferisce subito a Matelica e rimane con la nonna Ester Marconi. Finite le elementari si iscrive alla Scuola Tecnica Inferiore a Vasto, poi tenta di frequentare a L’Aquila la Scuola Tecnica Superiore per prendere il diploma. Il ragazzo non vuole più studiare e i genitori, come ultima speranza, lo iscrivono alla Scuola Tecnica di Matelica ma anche questo tentativo risulterà vano ed Enrico lascia definitivamente gli studi.
Le prime esperienze lavorative
Dopo un’avventurosa fuga a Roma, insieme con un amico, il padre come punizione lo manda “a garzone” in una bottega artigiana. Il lavoro è lungo e pesante, la paga misera per 10 ore di fatica giornaliera. La seconda esperienza lavorativa è più stimolante in quanto nel 1922 è assunto come fattorino in una importante industria matelicese, la Conceria Fiore. La carriera qui è molto rapida: fattorino a 16 anni, operaio a 17, tecnico a 18, vicedirettore a 19 e direttore a 20 anni! Però la crisi economica del 1929 non risparmia la Conceria Fiore che è costretta a chiudere e a licenziare tutto il personale, Enrico compreso.
La positiva esperienza milanese
Ancora una volta, contro il parere del padre, nello stesso anno va a cercare fortuna a nord, a Milano, dove con le lettere di accompagnamento fornite dalla Conceria Fiore si presenta ad alcuni industriali milanesi. Ricomincia così la sua vita: è venditore della Max Meyer, poi ottiene la rappresentanza della Lowenthal, una importante industria tedesca specializzata nella produzione si prodotti chimici per la conceria, che Enrico conosce bene e che gli permette di ottenere rappresentanze di prodotti collaterali in modo da svolgere un lavoro ben remunerato e di prestigio. Mattei ha l’obbligo di viaggiare in prima classe e di scendere in alberghi di prima categoria, anche se questo non lo fa volentieri perché deve contribuire largamente al mantenimento della sua famiglia e perché deve risparmiare il più possibile, in vista del balzo successivo.
La prima industria
L’anno 1931 segna la nascita della sua prima industria. L’idea è semplice ed efficace: preparare in proprio quei prodotti tedeschi introvabili sul mercato italiano, la cui produzione non comporta l’uso di tecnologie particolari. L’iniziativa ha un successo immediato, tanto che dopo tre anni Mattei costituisce una vera fabbrica, la Industria Chimica Lombarda Grassi e Saponi. Ancora nel 1931 Enrico, insieme con il fratello Umberto e con le sorelle Maria ed Ester, acquista un nuovo appartamento a Milano, in piazza Carnaro. Nello stabile abita un altro matelicese, Vincenzo Boldrini. E’ giunta finalmente la tanto desiderata agiatezza, Mattei investe il suo denaro acquistando a Matelica una casa per i suoi genitori e alcune proprietà terriere. Il 29 marzo 1936 sposa, a Vienna, Margherita Paulas, una ballerina della famosa Compagnia Schwartz.
Il discorso di Camerino
Mattei, nel discorso tenuto nel 1959 all’Università di Camerino, in occasione del conferimento della Laurea ad Honorem in chimica, pronuncia uno dei pochi discorsi autobiografici narrando i suoi primi anni di gioventù: “A Camerino arrivai tanti anni fa, bambino, su un carro, con mio padre, sottufficiale dei Carabinieri ormai in pensione, con mia madre e con i miei fratellini. Mio padre diceva che è brutto essere poveri, perché non si può studiare e senza titolo di studio non si può fare strada. Così ci portò a Camerino perché in quella città la vita era a buon mercato e c’erano scuole medie e università. Girammo in lungo e in largo a cercar casa per noi, ce ne andammo; mio padre scuoteva il capo lasciando alle nostre spalle quella città sognata e la speranza di farci studiare. Andammo in un paese non lontano, dove ci trovammo bene; ma Camerino è rimasta nella mia memoria una cima meravigliosa e troppo alta, la città di quell’amara rinuncia infantile”.
La formazione politica e sociale
L’amicizia di Boldrini influisce enormemente sulla maturazione della personalità del futuro Presidente dell’Eni, con un ruolo determinante nella formazione delle sue concezioni politiche e sociali. Nel 1943 lo introduce nella Democrazia Cristiana milanese; dal settembre dello stesso anno diventa Capo partigiano. Rimane nella Resistenza fino al momento della Liberazione. Nel mese di aprile del 1945 Enrico Mattei viene nominato Commissario straordinario dell’Agip per l’Italia settentrionale. Fu un incarico di scarsa importanza, tanto che il Ministro del Tesoro del Governo Bonomi, Marcello Soleri, comunica il 18 giugno 1945 l’ordine di liquidare l’Agip.
Il salvatore dell’Agip
Dai colloqui con gli esperti minerari dell’Agip che gli rivelano le loro scoperte, Mattei s’ingegna per creare negli uffici e nei cantieri un senso di riscossa, di speranza, di orgoglio aziendale. Sotto la sua responsabilità riesce così a fermare la liquidazione dell’Agip e nel 1946 ordina di riprendere le perforazioni a Caviaga, dove viene trovato un grande giacimento di metano ancora oggi produttivo. A questa scoperta segue quella del petrolio nel gennaio del 1949 a Cortemaggiore. Dopo una lunga battaglia sostenuta da Mattei, allora deputato, e da buona parte del Parlamento, il 23 gennaio 1953 viene approvata la legge istitutiva di Eni; in febbraio nasce l’E.N.I. (Ente Nazionale Idrocarburi), cui è attribuita la esclusività della ricerca e della coltivazione di idrocarburi in Val Padana e in una larga fascia della costiera adriatica, la costruzione e l’esercizio delle condotte per il trasporto degli idrocarburi nazionali. Enrico Mattei prima di assumere l’incarico di Presidente dell’Eni rinuncia immediatamente al mandato parlamentare per non generare un conflitto d’interessi.
Largo ai giovani
Mattei si distingue da subito per il modo assolutamente rivoluzionario di concepire l’azienda, che punta decisamente sui giovani. Egli li ritiene meno gravati dai ricordi dell’Italia meschina del periodo tra le due guerre e cerca in loro una capacità di dedizione pari alla propria, che è totale. Lo staff del Presidente è formato da futuri talenti nel campo del giornalismo, dell’economia, della cultura e della politica. Tra questi c’è Raffaele Girotti, come lui matelicese, che è il principale artefice della realizzazione della maggior parte dei metanodotti costruiti dalla Snam.
Nasce Metanopoli
Come tutti gli innovatori Enrico Mattei è un accentratore. Per questo motivo è costretto a operare uno stretto controllo durante ogni fase della realizzazione di un progetto. Si diceva di lui che si identificasse talmente con il lavoro da scomparire come persona. Per molto tempo non vuole casa a Roma e non ritira lo stipendio che per suo volere è versato a un Istituto di suore di Matelica. La sua dedizione al lavoro spiega l’onestà di questo uomo nel non ritenere le sue azioni un tornaconto personale. Innovativa per i tempi anche la promozione del concetto di welfare aziendale. Per Mattei il dipendente deve potersi sentire “a casa”: nascono a questo scopo i complessi residenziali di Metanopoli, le mense aziendali, i villaggi di Borca di Cadore e di Pugnochiuso in Puglia, le colonie marine di Cesenatico. Enrico Mattei tenta di creare un ambiente totale, nel quale i lavoratori sono in grado di riconoscersi per il bene e per il male e per il quale si sentono stimolati a dare quanto ritengono di poter dare e anche un poco di più. Questo è lo spirito di corpo che i Pionieri e i Veterani Eni hanno verso l’Azienda che Mattei ha creato e ha sviluppato chiedendo a tutti i collaboratori il contributo necessario.
La scoperta di metano e petrolio in Italia
Con la scoperta del metano in Italia e del petrolio a Cortemaggiore, Mattei promuove una grande campagna di sensibilizzazione per convincere i consumatori italiani dei grandi vantaggi derivanti dall’uso del gas naturale, sia per l’industria che per gl’impieghi domestici. Sviluppa la petrolchimica con l’utilizzo del metano nei due grandi impianti di Gela e di Ravenna. Al gas affianca la campagna pubblicitaria aperta in Italia per la benzina, sotto il marchio del cane a sei zampe “Supercortemaggiore”. E’ un compito arduo perché si va contro gli interessi consolidati dei privati. Sessant’anni fa la bontà del metano era tutta da dimostrare ed era difficile cambiare gli usi e le abitudini delle persone per indurle a utilizzare una fonte di energia sconosciuta rispetto a quella usualmente usata da anni. Oggi il metano è l’energia preminente sul piano industriale e la potente benzina italiana, a quei tempi, doveva entrare in competizione con la concorrenza consolidata di marchi come Esso, Shell e Bp.
Le intuizioni di Mattei
Attraverso la Snam, Mattei imposta un programma per realizzare una rete di metanodotti in grado di portare il gas ovunque in Italia e anticipa il progetto con l’Agipgas: gas liquefatto in bombole, un prodotto dominato dall’Eni fin dalla sua costituzione nel 1953. Il Presidente fa aprire a Matelica le prime fabbriche di bombole dando lavoro ai suoi concittadini. La seconda intuizione di Mattei, dopo quella del gas naturale, è la volontà di partecipare con i paesi produttori esteri all’esplorazione e allo sviluppo delle attività energetiche.
Consapevole che per raggiungere l’indipendenza energetica occorre superare il confine nazionale, nel 1954 Mattei stabilisce con l’Egitto di Nasser un accordo che rompe gli schemi contrattuali fino ad allora praticati. Una clausola addizionale prevede un coinvolgimento attivo da parte del paese produttore, non più affittuario passivo ma socio attivo dell’impresa petrolifera. Questo particolare tipo di accordo, passato poi alla storia come “Formula Mattei”, viene riproposto in Iran e in Libia nel 1958. La proposta è rivoluzionaria poiché i paesi produttori di petrolio e gas aumentano il loro profitto ed entrano nel business petrolifero acquisendo esperienza e know out prima a loro sconosciuto.
Gli uomini di Eni inviatii all’estero dimostrano subito di aver compreso la filosofia del loro Presidente Enrico Mattei: stabiliscono con i paesi produttori un rapporto paritario e amichevole, pronti ad accettare sfide a volte impossibili, come la ricerca sui monti Zagros (La rucola 172) a oltre 2000 metri di altitudine, impresa intensissima in risorse umane, tecnologiche e finanziarie per la costruzione di strade e di teleferiche, per il trasporto di mezzi e materiali, lavorando fianco a fianco con operai e tecnici locali.
Le “Sette sorelle”
Davanti a questa politica le grandi compagnie petrolifere (chiamate scherzosamente da Enrico Mattei le “Sette sorelle”) cercano in ogni modo di ostacolare l’ingresso di Eni in Medio Oriente e nell’Africa settentrionale. Nei 5 anni successivi Mattei firmò altri contratti con la stessa formula. Per scavalcare le “Sette sorelle” nel 1960 stipula un accordo di lungo periodo con l’Unione Sovietica per la importazione annua di milioni di tonnellate di petrolio greggio a un prezzo molto conveniente. E’ un contratto che scatena polemiche e lotte tremende. Mattei viene accusato di essere nemico del cartello, di sottrarre a esso una quota interessante del mercato italiano e di additare nuove prospettive ai paesi consumatori.
Un attentato (un avviso?)
Il giorno 8 gennaio del 1962, prima di decollare per il Marocco con a bordo il Presidente Mattei, il pilota dell’aereo scopre, durante un controllo, un cacciavite fissato con del nastro adesivo ai tubi interni in lamiera che, con il calore del motore acceso, sarebbe caduto dentro il motore bloccandolo. Enrico Mattei comincia a temere per la sua incolumità, avendo già nel 1961 ricevuto minacce dall’Oas, il movimento dei generali francesi che in Algeria contrastava il movimento d’indipendenza del Fronte di Liberazione Nazionale sostenuto da Mattei.
La tragedia
E’ in questo clima di tensione internazionale che il 27 ottobre del 1962 il bireattore personale di Enrico Mattei proveniente da Catania e diretto a Linate precipita a Bascapè, nei pressi di Pavia. Muoiono il Presidente dell’Eni Enrico Mattei, il pilota Irnerio Bertoluzzi e il giornalista americano William Mc Hale.
Un posto nella storia
La visione di Enrico Mattei sulla importanza del gas (prima, nell’Europa occidentale), sull’adeguamento tecnologico e organizzativo e sulla necessità di dialogo con i paesi produttori, sono le caratteristiche fondamentali che assegnano all’Uomo Mattei un posto di rilievo nella storia del petrolio del XX secolo. Per concludere riportiamo quanto Enrico Mattei disse in uno dei suoi ultimi discorsi: “Operare in silenzio, con tenacia, nell’interesse del nostro Paese, ogni giorno un’ansia nuova ci sospinge, fare, agire, assecondare lo sforzo di questo nostro popolo che risorge. Noi abbiamo fiducia nella Provvidenza. Essa assiste sempre tutti e assiste il nostro Paese che fiorisce e si rinnova”.