In un paese della provincia di Fermo viveva cento anni fa una donna chiamata Sina. I fatti che racconto risalgono agli anni cinquanta. Sina era il soprannome e, in verità, mai ho saputo quale fosse il vero nome di battesimo. Era la proprietaria di un negozietto in cui si vendeva di tutto.
Entrando si trovava qualche scampolo di stoffa in vendita, un contenitore pieno di bottoni, spagnolette di filo colorato, canottiere, grembiuli da cucina, qualche stecca di sigarette, fiammiferi, cartoline del paese, caramelle, un raccoglitore con i francobolli per lettere, buste, carta da lettere e poco altro. Insomma era un micro bazar.
Sina non era sposata e non difettava di stranezze caratteriali. I ragazzi si divertivano a chiederle pacchetti di Muratti o Marlboro ma, borbottando, lei tirava fuori le Nazionali Esportazioni e non si piegava a vendere le più quotate americane. O le Nazionali o niente! Per i giovani, perennemente redarguiti, il desiderio di farle un affronto era davvero grande. Fu così che nacque la idea di un pesante scherzo.
In quattro o cinque si recarono nel negozietto, con una scusa la distrassero e la fecero uscire in strada. Uno di essi si infilò, furtivamente, nel buio retrobottega dove la donna teneva un pitale per fare i suoi bisogni. Nel negozio non c’era un gabinetto. Con destrezza mise un paio di manciate di citrato dentro il pitale e rimise a posto il panno che ne occultava la presenza. Passò un’oretta e Sina ebbe bisogno di “fare acqua”.
Recatasi nel buio localino, si calò le mutande, si accovacciò e iniziò a fare una pisciatina… l’urina, a contatto con il citrato, iniziò a ribollire con abbondante schiuma. Sina, stupita, cercò di scoprire cosa stesse succedendo e vedendo una grande massa in ebollizione, con le mutande ancora calate e abbondantemente spisciata, corse in strada urlando: “Oddio, me moro! Me Morooooo!” Naturalmente ad aspettarla, fuori dal negozio, c’era mezzo paese e le risate fioccarono.
La notizia corse ovunque e arrivò anche nei paesi vicini. Sina, da quel giorno, smise di salutare tutti i compaesani, andò a raccontare l’accaduto al prete e quando gli capitava a tiro un ragazzo di quelli sospettati lo riempiva di imprecazioni. Questo, bene o male, era il clima paesano che tanto ci divertiva un tempo.
Alberto Maria Marziali
31 luglio 2023