Giovanni Silvestrelli, collezionista di fumetti di Corridonia, ci aiuta a ricordare alcuni di quelli che hanno appassionato bambini e adulti dal secondo dopoguerra a oggi.
Com’è nato questo amore? – “La mia passione nacque quando avevo circa sei anni e mio padre mi regalò un fumetto di Topolino: rimasi folgorato dai disegni e dai colori e mi ricordo che obbligavo mio padre a leggermi tutte le storie prima di addormentarmi. Il vero colpo di fulmine però l’ho avuto a 8 anni quando trovai non so dove un albo di Zagor che si intitolava Belve. Lo lessi in un attimo e feci ordinare a mio padre il numero successivo per posta, il fantastico “L’uomo lupo”. Ricordo ancora oggi l’emozione che provai quando lo ricevetti a casa, e da quella volta non smisi più di leggere. Considero Zagor il mio personaggio preferito, lì ho ritrovato tutti i valori di cui mi parlavano i miei genitori, l’amicizia, il rispetto per il prossimo, la lealtà, l’onestà, la tolleranza e la forza di rialzarsi dopo ogni caduta, senza mai arrendersi… sembra incredibile che un fumetto possa insegnare tanto ma, credetemi, è stato proprio così, almeno per me. Zagor è stato, nella mia mente di bambino, il fratello maggiore che non ho mai avuto, l’amico immaginario che mi ha dato le chiavi per accedere a un mondo meraviglioso: il mondo dei fumetti, e la cosa bella è che, a 60 anni, sono ancora lì”.
Com’è cresciuta la sua passione? – “Ho cominciato a investire le mie “paghette” tutte in fumetti allargando la mia conoscenza anche ad altri eroi di carta, principalmente le storie di Bonelli, come Tex, Il comandante Mark, Il piccolo Ranger, Il fantastico Ken Parker e poi incontrai anche Diabolik e Alan Ford. Ricordo ancora le risate ad alta voce quando Bob Rock voleva far parlare gli uccellini in “Bluefarm”. Sono stato fortunato, in quanto i miei genitori appoggiavano questa mia passione e finanziavano i miei acquisti e, credetemi, in quegli anni non era assolutamente scontato. Ora mi ritrovo 10 librerie Billy piene di fumetti che conservo a prezzo della vita e continuo ad acquistare alcuni personaggi regolarmente, anche se devo dire che la qualità delle storie in alcuni casi non è paragonabile ai vecchi episodi, ma è normale che, quando un fumetto resta in edicola per 60 anni e oltre, non sempre le storie riescono a mantenere certi standard, o forse semplicemente sono cambiato io ed è cambiato il mondo che ci circonda, più individualista e complicato, con poco spazio, purtroppo, per la fantasia”.
È in calo, oggi, l’interesse per i fumetti? – “Oggi i fumetti si vendono molto meno, anzitutto perché sta venendo a mancare il principale supporto vitale degli stessi, cioè le edicole, questo meraviglioso ‘portale per altri mondi’ che alla mia epoca era oggetto di visite e passatempi quotidiani; poi i ragazzi di oggi non leggono più perché hanno Internet e soprattutto il cellulare, la tomba di ogni fantasia e causa di isolamento: puoi avere anche 100mila followers ma non ne conosci alcuno”.
Qual è l’importanza di leggere fumetti? – “Il fumetto lo considero fondamentale per i bambini, in quanto è il primo approccio alla lettura, e leggere vuol dire sognare, ragionare, riflettere, divertirsi per passare poi a letture più ‘adulte’, di pari passo con l’età, e ciò stimola la curiosità e la conoscenza, il senso critico e la sete di sapere. Un bambino che legge fumetti sarà un adulto che leggerà libri e la lettura, scusate se mi ripeto, vuol dire conoscenza e quindi maggior consapevolezza di quello che succede intorno a noi. Un adulto informato e consapevole non si beve la prima storiella che gli propinano in quanto ha sviluppato nel corso degli anni senso critico e capacità di analizzare con la propria testa quello che lo circonda, senza ‘accettare passivamente’ quello che altri pretendono faccia. Tutto questo, anche se può sembrare incredibile, nasce secondo me dai fumetti, la nona arte.
Quindi continuerai a leggere fumetti? – “Sì, sono convinto che continuerò, finché potrò, a comprare fumetti e a leggerli, perché fanno ormai parte di me e, se fosse per me, oltre a diverse altre materie inserirei la ‘nona arte’ come materia didattica nelle scuole per i motivi che ho già citato. Mai mi stanco di far vedere fumetti ai bambini e di parlarne. Chissà, forse un giorno qualcosa cambierà e torneranno certi valori ormai in via di estinzione”.
Eno Santecchia
26 giugno 2023