Oggi, mentre facevo un pezzo di strada a piedi, ho visto alcune donne raccogliere le erbe spontanee in un campo che si affaccia sulla via. Ho chiesto cosa stessero raccogliendo di buono e mi hanno risposto: “La rucola, perché fa bene ai mariti!”
Le loro risatine mi hanno incuriosito, anche perché avevo sentito qualche storiella e allora mi sono documentato. Si narra che nel Medioevo la fama che accompagnava la rucola ne vietava la coltivazione nei giardini dei monasteri e fosse stata bandita da questi luoghi proprio a causa delle sue proprietà afrodisiache. La fitoterapia le riconosce proprietà toniche e stimolanti per cui, in considerazione del fatto che molte ragazze figlie di nobili anticamente erano costrette a diventar monache, non per scelta vocazionale ma per obbligo, era meglio lasciare ben calmi i sensi.
Questa legge nel Regno di Napoli era una norma ferrea anche per i preti. Anticamente si credeva che questa pianta fosse in grado di far aumentare il seno femminile, ma qui si è davanti a una vera e propria leggenda metropolitana. La realtà, invece, è che la rucola ha un elenco lunghissimo di proprietà benefiche per il nostro corpo. Per restare nel tema degli effetti vietati, però, posso raccontare che già nell’antichità si era a conoscenza che la rucola, o ruchetta, aveva caratteristiche afrodisiache e la sua coltivazione era protetta proprio dal dio pagano della virilità Priapo, le cui statue falliche a volte troneggiavano nei campi di rucola. Il poeta classico Publio Ovidio Nasone, nella sua opera Ars Amatoria, indicava la rucola come erba lussuriosa.
Il suo nome scientifico è Eruca Sativa Mill, fa parte della famiglia delle Crucifere, può nascere spontaneamente oppure essere coltivata. Da quanto ho appreso, la rucola spontanea ha un sapore più deciso rispetto a quella coltivata, con la foglia più dura e scura e con una crescita molto rapida. In poco più di un mese, circa quaranta giorni, è già possibile raccoglierla per aggiungere in gustose insalate la sua leggera piccantezza, derivante dal fatto che si tratta di una pianta che cresce solitamente in terreni aridi. Il periodo migliore per coltivare la rucola va da marzo a settembre; già dai tempi antichi veniva usata sia come afrodisiaco o assunta sotto forma di decotto per combattere l’impotenza maschile.
Per il vero la fama della rucola non è solo fantasia, infatti ricercatori universitari hanno effettuato degli studi per verificarne l’efficacia come eccitante sessuale. Hanno testato alcune piante dotate di componenti capaci di inibire l’attività di un enzima, la Fosfodiesterasi-5, determinante nella perdita dell’erezione, e hanno catalogato la rucola tra i rimedi usati nei farmaci contro il deficit erettile, dimostrando come sia una delle specie più efficaci nell’inibizione di questo enzima. Capita la lezione? La rucola aiuta la famiglia ma, per non peccare inducendo in tentazione il prossimo, non regalate la rucola a chi conduce vita monastica: la rucola in monastero… no!
Alberto Maria Marziali
25 gennaio 2023