Quando sognavamo la Graziella… mini bici definita la Rolls Royce di Brigitte Bardot

Mi capita spesso di vedere ragazze cicliste, pedalare su mountain bike e agghindate come atleti uomini, inguainate in maglie piene di scritte. Lo posso dire? Mi sembrano goffe e con nessuna parentela rispetto alle graziose ragazzine che una volta pedalavano sulla mitica Graziella.

Si può definire la bicicletta Graziella come la Vespa senza motore? Quanta strada abbiamo fatto con la Graziella! Andavamo anche in due: l’amica in piedi sul portapacchi. Che spasso! La copiarono tutti i fabbricanti di biciclette ma chi voleva essere “In” sognava di possedere una Graziella marca Carnielli. La primissima serie fu del 1963, prodotta inizialmente a brand Bottecchia dall’azienda Carnielli di Vittorio Veneto (Tv) si distinse subito per la sua straordinaria praticità. Venne anche adottata da due testimonial di prestigio: Brigitte Bardot, icona del tempo, fu protagonista di una campagna pubblicitaria che definì la Graziella “La Rolls Royce di Brigitte Bardot”, ammiccando all’auto inglese, per sottolinearne la robustezza, la cura, l’estetica e l’unicità.

Pare che il nome Graziella lo si debba alla celebre rivista femminile Grazia, un omaggio volto soprattutto a sottolineare la raffinatezza e il perfetto equilibrio tra complessità e anticonformismo che quella bici pieghevole voleva rappresentare. Strumento pieghevole, poteva entrare nel bagagliaio dell’auto. Una serie di dettagli rendevano la Graziella unica e inimitabile, nonostante ciò i tentativi di imitazione furono tanti, praticamente quanti sono i nomi femminili esistenti sulla faccia della Terra! Robusta, pieghevole e unica, la Graziella poteva essere comodamente trasportata anche dentro le macchine utilitarie. Le ruote da 16 pollici, i colori originali bianco panna o blu oltremare, l’inconfondibile portapacchi saldato direttamente al telaio, lo squillante campanello con la G, il manubrio slanciato e smontabile così come la sella, e, chicca tra le chicche, un tubetto di vernice con tanto di pennellino incorporato nel tappo, per eventuali ritocchi che solitamente interessavano il portapacchi esposto a urti e graffiature.

La Graziella creò presto una moda e un fenomeno sociale facendo riscoprire alle famiglie italiane la gioia della passeggiata in bicicletta. Nelle nostre  città ce n’erano tante, perché se non ne inforcavi una ti vergognavi pure a uscire di casa. Ricordo nuvoli di ragazzi che arrivavano pedalando sorridenti. Per le ragazze, se non ti fossi presentata a bordo di una Graziella originale, eri nessuno! Graziella il ricordo dell’eleganza nazionale. 

Alberto Maria Marziali

12 gennaio 2023

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