A imperituro ricordo
Una lapide viene sempre scolpita a bassorilievo e fissata a una parete affinché, per il materiale usato e per l’incisione, resti a imperituro ricordo di un avvenimento, di un personaggio o di entrambi, uniti in qualche modo nella storia e dalla storia. La lapide in foto si trova all’inizio di corso della Repubblica e, dando le spalle alla piazza, è visibile a sinistra ed è in ricordo del Pontefice Sisto V, ricca di belle parole e… di un refuso che, ormai, resterà inciso nel marmo a imperitura memoria! Tra l’altro fa nascere qualche perplessità anche la datazione finale MDCCCCLVI (1956 – la regola è che nella numerazione latina non si dovrebbero apporre più di tre lettere uguali ma sono previste eccezioni) in quanto in questo anno esisteva già il Consiglio comunale che non ci sembra venisse chiamato “Consiglio generale”. Comunque il refuso è nella parola “RERVM” (così dovrebbe essere scritta in latino) che invece è diventata “RERVUM”. In pratica ci è stata incisa la “u” latina insieme con la “u” attuale. Un improvvido rafforzativo? o, come si dice… melius abundare quam deficere? Dubitiamo che lo scalpellino abbia fatto di testa sua perché gli sarebbe stato contestato il lavoro con relativo rifacimento, quindi l’errore è a carico di chi ha preparato il progetto di scrittura. Oppure… possibile che nessuno si sia mai accorto? Un cittadino maceratese sì e ce lo ha segnalato!