Una delle dimore storiche più interessanti e più ricche di fascino del territorio maceratese è sicuramente l’architettonicamente rilevante Villa Collio a San Severino Marche.
Lo storico edificio ha origine da un Casino della famiglia Collio, la cui ideazione è attribuita dagli storici locali a Pietro da Cortona, edificio crollato rovinosamente nel terremoto del 1799. In particolare, il crollo disastroso vero e proprio si manifestò la mattina successiva alla scossa più forte, quella tra l’8° e il 9° grado. Ne fu testimone la popolazione mentre andava a Santa Maria del Glorioso per invocare la sua protezione. Le persone in cammino lungo la strada, per la nuova e forte scossa, assistettero atterrite, come testualmente tramandato, al “…rovinio, fra il rumore dei sassi e la polvere che si alzava in una nube…”.
Nel 1812 Giambattista Collio volle ricostruire la villa sullo stesso sito e incaricò della realizzazione l’architetto-pittore moglianese Giuseppe Lucatelli che la progettò in stile neopalladiano, ne realizzò il disegno complessivo e seguì la decorazione dei lavori anche per gli ornati pittorici, che in parte eseguì personalmente. Il Collio volle ricordare questo artista in una iscrizione su lastra di marmo “eretta nel vestibolo della fabbrica ad uso di biliardo” affinché “non perisse in onorata la memoria di questo valente artista”.
I lavori si conclusero nel 1820. Il complesso, è costruito su due livelli ed è racchiuso in uno spazio rettangolare recintato da una cortina in muratura mista, rispetta in maniera rigorosa le rigide regole classiche della simmetria. Vi si accede attraverso un vestibolo che si apre tra due loggiati, perpendicolare alla scalea d’invito alla villa. Questa scalinata è posta in posizione centrale e dominante, sul livello più alto; ai lati fanno bella figura di sé due balaustre che delimitano il terrazzo in quale, in parte, poggia su di un porticato. Sullo spazio antistante la villa una cappella dalla facciata tetrastila e un edificio uguale e speculare adibito a sala del biliardo caratterizzano un rigoglioso giardino all’italiana che contiene aiuole, sentieri, vasche, fontane, sedili in pietra e nicchie con putti, il tutto disegnato e realizzato con perfetta simmetria.
Il Lucatelli, che disegnò inoltre diversi elementi d’arredo (balaustre, sedili, cancelli e simili), per le sculture si avvalse dell’opera di artisti locali, chiamando Venanzio Biagioli per i leoni della scala, le vasche e gli ornati in pietra, e incaricando Fedeli Bianchini per i due putti collocati nelle nicchie del primo ripiano del giardino, mentre il Monotti e il Del Neri furono interessati per la realizzazione di alcune pitture interne.
La villa, è un edificio a pianta quadrata, come “La Rotonda” del Palladio a Vicenza, dalle quattro facciate uguali, che riprendono gli elementi del tempio classico, con le lesene che sorreggono un timpano e inquadrano la sovrastante cupola ottagonale. All’interno le varie stanze, ossessivamente simmetriche, sono distribuite al piano terra dall’androne che è alleggerito dai dipinti parietali i quali sono opera dello stesso Lucatelli. È interessante anche una struttura che vede al centro una sorta di tempietto e ai lati due ali, ornate da due colonne per parte; queste due parti ospitano dei busti scolpiti in marmo, quattro per sito, con sotto una lapide dedicata a ognuno di loro.
Questa signorile dimora è stata abitata fino a qualche anno fa dal Conte Servanzi Francisci Collio Giovanni Battista; alla sua morte è passata agli eredi Miliani Raimondi. Successivamente Villa Collio è stata utilizzata come raffinato luogo per eventi quali matrimoni, con il giardino che ha fatto da cornice a tavoli imbanditi e lussuose coreografie. Poi c’è stato il terremoto del 2016 che ha causato danni considerevoli nella villa alla struttura muraria, al cupolone, ai pavimenti. Oggi si spera che possa essere restaurata per tornare a rivivere come una delle più belle ville del centro Italia. Villa Collio, pur di proprietà privata è vincolata dalla Soprintendenza.
Fernando Pallocchini – foto per gentile concessione di Alberto Monti
18 novembre 2022