Una vita avventurosa, a Mogliano, quella della cornice della pala d’altare dell’Assunta di Lorenzo Lotto. L’opera venne commissionata all’artista nel 1547, nel prezzo di 130 scudi d’oro era compresa anche la cornice che fu realizzata a Venezia dal maestro intagliatore Bartolomeo su disegno del Lotto stesso. L’anno seguente questo straordinario insieme fu collocato sull’altare maggiore della chiesa di Santa Maria di Piazza.
Questo edificio sacro, a una sola navata, era tutto dipinto, aveva il soffitto ligneo a cassettoni quadrati e dorati. Almeno fino al 1720, quando la pala d’altare ebbe un’altra cornice e la chiesa fu, come scrive il Carnili, scialpata, nascondendo gli affreschi. E la cornice originale, opera d’arte nell’opera d’arte, che fine fece? Era troppo ingombrante per poterla sistemare in un altro altare per cui fu deciso di donare questo ornamento vecchio alla chiesa del Santissimo Crocifisso all’Ete, per poi collocarlo in uno dei suoi altari.
Dopo lo scempio della scialpata in Santa Maria di Piazza a Mogliano qui ne fu compiuto un altro: la cornice del Lotto venne dipinta in finto marmorino a eccezione del cartiglio dello scomparto centrale della predella dove si legge “A laude honore et gloria del Signor Iacomo Boninfante Sindico de questa Chiesa della Comunità di Mogliano del 1548”, scritta salvata pur essendo fuori luogo nel nuovo contesto.
Nel 1774 fu consacrata la nuova chiesa di Santa Maria di Piazza (così come è oggi), la pala di Lorenzo Lotto fu sistemata sull’altare maggiore contornata da un nuovo apparato ligneo realizzato da Giambattista Angeletti di Mogliano nel 1720.
Il dipinto del Lotto lasciò Mogliano una prima volta nel 1905 per essere mostrato al pubblico durante la Esposizione regionale marchigiana di Macerata. Un’altra partenza si ebbe nel 1972 quando fu inviato a Urbino per essere restaurato. Un lungo restauro perché la pala ritornò a Mogliano sette anni dopo. Una settimana più tardi fu festa grande a Mogliano: si tenne un concerto di musica polifonica corale; il professor Renato Sopranzetti e il maestro Torquato Garulli illustrarono la figura del Lotto, la storia e il significato della pala.
Altra partenza fu nel 1981, ancora per una mostra questa volta in Ancona dedicata all’opera di Lorenzo Lotto nelle Marche. La giornata finale si svolse proprio a Mogliano, nel Teatro Apollo, e qui il relatore, prof. Muraro, chiese lumi sulla vecchia cornice pregando di fare una ricerca. Dopo duecento anni la cornice fu ritrovata: era ancora in un altare laterale della chiesa del Santissimo Crocifisso d’Ete. Fu condotta alla Soprintendenza di Urbino per essere restaurata e riportata allo stato originale, eliminando lo strato in finto marmo per ridare vita a tutte le pitture allegoriche del Lotto. Era il 1983 e la opera di restauro fu eseguita da Giuliano Rettori, lo stesso che aveva precedentemente curato il restauro del dipinto.
La cornice restaurata rimase, smontata e custodita in più imballaggi, nei depositi della Soprintendenza finché dietro le richieste pressanti dei moglianesi, fu restituita nel 1997 e sistemata nella sagrestia della chiesa. Non c’era verso di ricomporre l’opera, cornice e dipinto, del Lotto per cui s’indisse un convegno di studi per sensibilizzare opinione pubblica, storici dell’arte e autorità.
Fu invitato il prof. Vittorio Sgarbi che disse: “La tela in chiesa, la cornice in sagrestia: una scelta paradossale e scellerata!” La ricomposizione avvenne nel 2001 e lo stesso Sgarbi esclamò: “È meravigliosa! Una collocazione perfetta per ammirarla ed è un coronamento perfetto e formidabile dell’altare. Oggi vengo a dare il sigillo dell’Autorità dello Stato sulla meravigliosa situazione che si è creata”.
(NdA: liberamente tratto da un lavoro di Delio Pacini, mio prof che ricordo sempre con gratitudine e affetto)
a cura di Fernando Pallocchini
25 agosto 2022