Seconda parte – In Polonia – La dogana tra Germania e Polonia è velocissima, la strada corre continuamente tra boschi e prati. Noi viaggiamo sui 60 chilometri all’ora, condizionati dalla velocità della nostra Itala. Così siamo continuamente sorpassati da camion di tutte le nazionalità, che sfrecciano a velocità più sostenuta. Certamente Borghese non avrà avuto di questi problemi. Continua a piovere e Luciano e Rocco che guidano la Itala sono completamente bagnati.
In Polonia si pagano le autostrade con un sistema strano, i camion devono comprare il biglietto, da apporre sul parabrezza in entrata e per i giorni di permanenza, le vetture pagano invece alle barriere lungo le autostrade e non riusciamo a comprendere il motivo di questa differenza. Dopo aver sostato a Poznan proseguiamo per Varsavia. Il tempo migliora la temperatura risale. Il paesaggio non cambia, campi coltivati e boschi. A Konin lasciamo l’autostrada e prendiamo la statale per godere di più del paesaggio e della vita intorno a noi.
L’impressione che ricaviamo è di una nazione che sta cercando di raggiungere un più elevato tenore di vita dando più importanza alle attività produttive che al benessere dei singoli. Molti lavori sulle strade, nuovi tratti di autostrade, fabbriche moderne accanto ad abitazioni ancora modeste. Raggiungiamo Varsavia dove ci aspettano l’Ambasciatore d’Italia e la Fiat. A Varsavia l’Ambasciatore d’Italia, Signora Anna Blefari Melazzi ha organizzato un ricevimento in nostro onore. Presenti autorità, giornalisti, imprenditori locali tra i quali alcuni italiani che hanno realizzato aziende in Polonia.
Dopo il ricevimento un giro per la città, il palazzo reale, la città vecchia; eludendo ma con circospezione il divieto di transito, facciamo fare all’Itala e alla 500 il giro della storica piazza. Poi il Palazzo della Cultura, in puro stile sovietico, regalato negli anni ‘50 dalla Russia a tutti le nazioni del Patto di Varsavia. Infine la Vistola, il fiume di Varsavia, il monumento a Jan Kiliuski, l’eroe della storia polacca e il monumento commemorativo della Battaglia di Montecassino, a ricordo dello sfondamento della Linea Gustav a opera dei polacchi nella campagna d’Italia. A vedere oggi Varsavia sembra impossibile che tra il ‘39 e il ‘44 più dell’84% della città sia stata distrutta. Lasciamo Varsavia.
La periferia da ancora una idea dello spirito di progresso che anima i polacchi. Palazzi moderni, aziende nuovissime, strade in costruzione ovunque. Le nuove strade hanno fatto anche cambiare la numerazione delle vecchie strade, così a volte siamo in difficoltà con le nostre carte. Il paesaggio non cambia, sempre pianura, con campi e boschi, le betulle si fanno sempre più numerose. Ancora case in legno, si comincia a vedere qualche strada bianca, e cicogne con i loro caratteristici nidi sui camini o sui pali della luce. Ai lati della strada persone che vendono funghi e mirtilli. Ne facciamo scorta e ci concediamo una spaghettata preparata da Enzo e Valter, che oggi 31 luglio festeggia il suo compleanno, riccamente condita di funghi.
Attraversiamo la regione dei grandi parchi, il Bialowieski, a cavallo tra Polonia e Bielorussia, il Nadbuzanski, il Narwianski, il Biebrzanski, il Wigierski realizzati nel territorio delle tre grandi puszcza della Polonia orientale. Bialystok è il centro di questa regione, che verrà attraversata dal nuovo asse europeo che da Praga arriverà fino a Helsinki. Nel parco Bialowieski, ma non riusciamo a vederli, vivono e sono protetti i rari esemplari di bisonte europeo. Anche se siamo in estate, il cielo è coperto e la temperatura è rigida. Incontriamo traffico di camion che vengono e vanno dal confine con la Lituania, incrociamo linee ferroviarie, ma su queste non vediamo molto carico. Il trasporto su gomma la fa da padrone.
Lasciamo la Polonia con un bel ricordo di questo paese, il suo verde, i suoi boschi, la volontà di crescere dei suoi abitanti, il cibo. Tra tutti i paesi attraversati la Polonia è stato quello nel quale abbiamo mangiato meglio. Entriamo in Lituania. Alla frontiera i poliziotti polacchi ci salutano calorosamente ma frettolosamente, in pratica la nostra sosta è solo per cambiare la valuta, gli sloti in luti. Alla frontiera lituana poche chiacchiere di Beppe Tenti con le guardie che non guardano neppure i nostri passaporti e siamo in marcia verso Vilnius, la capitale. Che meraviglia l’Europa. Come sono lontani i tempi in cui anche solo per andare in Francia erano necessarie ore ed ore alla frontiera. Riusciranno i nostri nipoti a vedere in Europa una sola unica grande nazione? (continua)
Gianni Carnevale
20 luglio 2022