Con il patrocinio del Comune di Potenza Picena, domenica 3 luglio ore 21:30, nel primo anniversario della morte del poeta Giovanni Prosperi, il Minimo Teatro presenta uno studio scenico da “Otl”, l’ultima scrittura teatrale che Prosperi consegnò nelle mani dell’amico Maurizio Boldrini. In scena per la Scuola di Dizione Lettura e Recitazione e per la classe di Ingegneria umanistica ci saranno: Francesca Cipriani, Fulvia Criscuoli, Giuseppe Faggiolati, Serenella Marano, Chiara Marresi, Elisabetta Moriconi, Elisa Patrizi, Manuela Tesei, Lorenzo Vecchioni. Questo spettacolo coincide anche con i quaranta anni di attività del Minimo Teatro.
Intervista a Maurizio Boldrini
Direttore Boldrini quaranta anni di poesia sono tanti, che bilancio? – La poesia è sempre in passivo, è disarmata ed è quotidianamente calpestata dall’armatissima idiozia, però alza la testa perché è l’ultima testa rimasta a far da testa, le altre da un secolo si sono occupate di scissione e non sapendo dove mettere le scorie hanno lasciato tutto e adesso si occupano di fusione. La pazzia atomica è a tutti i livelli, dicono che ci hanno allungato la vita, invece l’hanno solo deformata. Incapaci di leggere l’essenza di coesione di un atomo e di una persona, spaccano, moltiplicano, producono, allevano.
Ciò vale anche per le arti? – Specialmente per le arti, che invece dovrebbero essere indicative per l’essenza più intima della vita. Il cinema è in mano a persone che nemmeno sanno chi erano Monicelli e Risi, perché se lo sapessero dovrebbero vergognarsi di chiamare “grande bellezza” la loro “grande truffa”, pseudoattori e pseudoregisti pluripremiati che dovrebbero essere pagati per star fermi, per non far danni. Televisione e “teatro” ormai fanno corpo unico: associazione a delinquere. È un ventennio che è morto Carmelo Bene, o lo celebrano non avendo nemmeno gli strumenti minimi per celebrarlo e poi lo misconoscono nei fatti, non sapendone studiare nemmeno i fondamentali e quindi giù a raccontare stucchevoli storie e storielle. Scambiano il cosiddetto teatro ragazzi per un teatro per deficenti, la cosiddetta ricerca teatrale è un’anticaja spacciata per opera di geni.
Un quadro desolante! – Come rispose Picasso per Guernica, non l’ho fatto io questo quadro ma … ecc. ecc.
La poesia può essere un rimedio? – Potrebbe, a patto che la poesia riesca essa stessa a mutare il concetto che la infonde da secoli, anzi da sempre. Se la poesia smettesse di occuparsi delle poesie, delle belle musiche, delle belle combinazioni fra parole, potrebbe finalmente essere voce autorevole nel capitolo della umana vicenda.
In questo senso come si colloca “Otl” di Prosperi? – È la prima opera che è compendio della e sulla scrittura, rivoltando l’Otello di Shakespeare, né contiene le storie da liquidare, le cianfrusaglie del pensiero, ma inventa anche nuove strategie che danno scatto matto al pensiero, gli fanno fare una figuraccia per riequilibrarlo. “Otl” nuoce al pensiero ma per il suo bene.
Quanto le manca Giovanni Prosperi? – Mi manca tanto l’amico, il fare insieme, l’intesa perfetta, le sue telefonate telegrafiche del tipo: “Maurizio … un abbraccio”. Ma a livello operativo è pure troppo presente, la sua opera è incommensurabile e non c’è giorno al Minimo che egli non sia presente con le sue indicazioni, non per nostalgia, perché i suoi sono strumenti necessari.
Patrizia Mancini
2 luglio 2022