Un tombarolo, avido di razzia, / in una tomba antica penetrò, / scoprendo una bellissima / fanciulla, illuminata da una / magica luce perenne. / La sua cerea figura angelica, / arricchita da un dolce sorriso, / in un bianco sbuffo di polvere / si sfece / e, prima ch’essa si posasse, / la lampada come per antica / magia, si spense. / Alla vana ricerca / d’un desiderato perdono, / ancora vagola nell’Ade / indistinto, il profanatore / di quel sonno eterno.
Matteo Ricucci
26 marzo 2022