All’Istituto dei Salesiani di Macerata vigeva la carica interna del “prefetto” il quale sopraintendeva alla disciplina eccetera, così come al Convitto vigeva quella del “Censore”. Una volta un noto ubriacone maceratese da tutti benvoluto e amato per la sua grande simpatia, si mise a ruttare sotto la Prefettura di Macerata; a ogni rutto, vero o finto che fosse, non sappiamo dire, aggiungeva la frase: “Pe’ lu prefettu”.
La Prefettura era dove si trova tuttora solo che il portone era sempre aperto perché i cosiddetti terroristi non esistevano ancora; anche la Questura era al solito posto dove è oggi. Ebbene… un rutto, due rutti, sempre seguiti dal nome cui essi erano dedicati “a lu prefettu” obbligarono i questurini a uscire e a fermare l’uomo; la risposta del perché oltraggiasse il regio prefetto era semplice: “Io l’arlotti li faccio a lu prefettu…(qui una pausa) de li silisiani”.
Tratto da “Macerata un tempo” di Goffredo Binni e rivisitato da Goffredo Giachini
7 gennaio 2022