Il mondo s’è fatto piccolo piccolo / e il Tempo, prodigo, / ha deciso di correre / sempre più in fretta: / usi, costumi, valori / misure ormai parlano / una lingua astrusa, a me ignota. / Sempre più mi coglie / l’atroce dubbio che stia vivendo / un brutto sogno, / che mi ha trasformato / in uno smarrito viaggiatore / di un pianeta alieno, / senz’alcuna speranza / che l’astronave della fede / lo riconduca a casa. / “Casa, dolce casa…”. / Sola certezza, unico approdo / che mi dona la / convinzione dell’essere, / la coscienza dell’io. / Perciò ho paura / d’aprire la finestra / e di guardare con fiducia / oltre la dimensione annunciata / dei miei angusti confini: / là, fuori, / è tesa la trappola, / per rubarmi l’anima / con l’inganno.
Matteo Ricucci
9 novembre 2021