Ho scoperto una cosa che mi ha stupito molto. A Sant’Elpidio avanti le ex carceri c’è un quadro che raffigura in maniera “fotocopia” la Madonna della Misericordia venerata a Macerata.
La Madonna “doppione” – La cosa si può spiegare con il vizietto che molti artisti avevano anticamente. Fatto il cartone per abbozzare le figure, lo adoperavano più volte, tanto non c’erano le auto, ne tantomeno le macchine fotografiche, e fare il confronto tra chiese distanti tra loro non era facile. A Macerata Maria è raffigurata su tela, a Sant’Elpidio su affresco. Grazie alle informazioni avute, ho scoperto che le immagini elpidiensi sono due, una sovrapposta all’altra: sotto l’affresco e sopra la tela fatta in copia. Ambedue con la stessa immagine di Macerata.
La Madonna che protegge – Molto diverse, invece, sono le storie che accompagnano le due Madonne Misericordiose. La gente nei tempi passati si inginocchiava avanti le raffigurazioni della Madonna per chiedere protezione dalle guerre, dai terremoti, dalle carestie, dalle pestilenze e dalle tante paure da cui, troppo spesso, è segnata la vita di un popolo, di una famiglia, e di ogni persona. Oggi in tanti si illudono che non serva, bastano i vaccini. Per noi credenti è diverso: Sotto l’ombra delle tue ali… Sancta Dei Genitrix, ora pro nobis! ianua coeli. Torniamo, però alle raffigurazioni in esame. Viste le due immagini che accomunano Sant’Elpidio a Mare a Macerata, voglio raccontarvi le due interessantissime storie.
La storia della Madonna di Macerata – L’origine della chiesetta (ecclesiola), che poi sarà il santuario/basilica della Mater Misericordiae di Macerata, è da ricondurre a un voto emesso dalla comunità e dal popolo maceratese per impetrare dalla Madonna la fine di una gravissima pestilenza, che imperversava in città durante l’estate del 1447. La peste si manifestò più e più volte ma, dopo un quindicennio circa di calma, la peste era ritornata con inaudita violenza negli anni 1446-1447.
La ecclesiola – Il 3 agosto del 1447 il Consiglio di Credenza , o Minore (costituito da venticinque membri, con i gonfaloniere e i priori), delibera “che a devozione del popolo si faccia e costruisca una chiesetta (ecclesiola) in un solo giorno sotto il nome di Santa Maria della Misericordia perché per le preghiere della Vergine Maria la peste che al presente infierisce in città abbia a cessare”. La sera del 15 agosto fu posta la prima pietra; il 16 agosto, dall’alba al tramonto, si costruì “una die” la chiesetta. […] Le dimensioni della chiesetta realizzata in un solo giorno erano ovviamente modeste “tre passi per tre passi”. Il luogo dove essa fu costruita originariamente è da porre all’inizio della piccola “piaggia” che dalla piazza di San Giuliano (cattedrale), passa tra il convento, la chiesa degli Agostiniani eremiti (a sinistra) e l’episcopio (a destra).
L’incoronazione – L’Immagine fu oggetto di grande venerazione e traslata spessissimo in processioni ed esposizioni solenni ad depellendas calamitates, soprattutto dal 1600 fino ai nostri giorni. Fu incoronata solennemente con serto aureo il 25 agosto 1721 dal reverendo Francesco Bussi canonico del Capitolo di S. Pietro in Vaticano.
La storia della Madonna di Sant’Elpidio – La storia della Madonna visibile a Sant’Elpidio è ben diversa. Essa faceva parte di una chiesa centrale dedicata a San Michele. Dopo l’unità d’Italia questa vecchia chiesa fu parzialmente demolita e attrezzata a carcere. Arretrarono la facciata principale ma non se la sentirono di abbattere l’altare della Madonna della Misericordia che aveva una pala con affresco, la cui immagine era identica a quella di Macerata. Fu così che fuori dal carcere rimase questa grande edicola molto venerata e la Madonna, per molti, divenne la Madonna delle carceri.
Il blasfemo – Un giorno, però, avvenne un fattaccio che impressionò l’intera cittadinanza. Un contadino, anti religioso e blasfemo, passando col carro avanti all’immagine della Madonna, raccolse in terra lo sterco della sua mucca e lo scagliò sul volto raffigurato su quel muro. Arrivato poi a casa, crollò in terra morto. L’intera cittadinanza fu scossa dalla gravità del fatto e dalle conseguenze. Per questo ogni anno, il 16 di Maggio in molti si recavano in processione avanti al quadro per recitare preghiere di riparazione. Il deturpamento fece talmente tanto danno che gli elpidiensi decisero di sovrapporre all’affresco un quadro su tela con identica immagine. Possiamo quindi dire che se le preghiere elevate avanti al quadro Maceratese fermò la peste e l’oltraggio all’immagine elpidiense causò la morte di un satanista.
La preghiera – Sub tuum praesidium confugimus, Sancta Dei Genitrix. Nostras deprecationes ne despicias in necessitatibus nostris sed a periculis cunctis libera nos semper, virgo gloriosa et benedicta. (Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio, santa Madre di Dio. Non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova, ma liberaci sempre da ogni pericolo, o Vergine gloriosa e benedetta).
Alberto Maria Marziali
14 settembre 2021