Presentata ad Appignano e Treia una mozione per accogliere nuclei familiari afghani

Presentata dai consiglieri comunali di Fratelli d’Italia Felice Munafò e Andrea Mozzoni, rispettivamente dei coordinamenti di Appignano e Treia, una mozione per l’accoglienza di nuclei familiari afghani cooperanti con le Forze armate italiane e ora in fuga dall’oppressione talebana.

Un documento che ha visto la firma e la condivisione nella presentazione anche dei due capogruppo delle liste “Su la testa Appignano”, Luca Buldorini, e “Prima Treia”, Vittorio Sampaolo, oltre che dei consiglieri comunali Elisa Pelagagge e Gianluca Gagliardini.

Non possono aver lasciato nell’indifferenza e suscitato sgomento e profonda amarezza le immagini del ritiro delle Forze armate della Nato dall’Afghanistan e il successivo riappropriarsi del potere, dopo venti anni, del gruppo criminale talebano. Contingente, quello occidentale, di cui faceva parte anche l’Esercito italiano che negli anni ha pagato col sangue di 54 vittime, oltre che di circa 700 feriti, il suo impegno per riportare e mantenere la giustizia nel Paese crocevia dell’Asia Centrale.

«È ormai noto come le operazioni di ritirata tutt’ora drammaticamente in corso abbiano determinato l’abbandono di personale civile e locale che ha collaborato fattivamente negli anni con le Forze armate italiane e che va posto in salvo il prima possibile, affinché non corra il rischio di ritorsioni da parte talebana – affermano Munafò e Mozzoni -, da più parti si è levato l’invito affinché tale personale, con le loro famiglie al seguito, sia accolto in Italia, così che proprio il sacrificio dei militari italiani venga onorato tramite l’accoglienza di persone che hanno lavorato per l’emancipazione della popolazione afghana con i nostri soldati impegnati in loco».

A tale scopo, la mozione presentata impegna le Amministrazioni comunali dei due Comuni di Appignano e Treia a comunicare al Ministero degli Interni, tramite la Prefettura di Macerata, la disponibilità ad accogliere nei due territori almeno uno di questi nuclei familiari di cittadini afghani in fuga dal regime talebano. A ciò si aggiunge la necessità conseguente di operare affinché tali famiglie siano sostenute in un percorso di inserimento all’interno dei rispettivi contesti cittadini. Non ultimo, il testo riafferma la volontà di intendere tale gesto come ringraziamento per il lavoro svolto al fianco delle Forze Armate italiane, così come delle Organizzazioni umanitarie e delle Organizzazioni del Governo italiano operanti in Afghanistan, «al fine di poter sempre più onorare il sacrificio dei nostri connazionali che vi hanno perso la vita».

20 agosto 2021

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