Evoluzione di un popolo “mai scomparso” nei millenni: dal Piceno alle Marche

Nella storia dei popoli capita, a volte, che le leggende assurgano al ruolo di dati storici inconfutabili; anche se esse sono irrazionali e improbabili. Per essere perenni, è sufficiente che siano orecchiabili, non comportino studi approfonditi e sforzi di memoria. Nell’antica civiltà Italica i reperti sono stati spesso considerati solo romani o etruschi, e qualche volta greci. I Piceni sono stati messi ai margini della civiltà. Pur privi dell’aureola della scienza storica abbiamo cercato di togliere alcuni granelli di polvere che, a metri cubi, ricopre i Piceni e i libri antichi che ne parlano.

Sembra fuori discussione che:

1 – Il territorio piceno era molto popolato anche nel Mesolitico (vedi gli scavi di Tolentino, Pieve Torina e Serra San Quirico);

2 – Furono gli Aborigeni (Piceni) a fondare Roma (S. Agostino e  Dionigi di A. che li definisce vicini agli Umbri);

3 – Pico, primo re degli Aborigeni, costruì la reggia di Laurento (Virgilio L.VII);

4 – Romolo e Remo sono discendenti dei re Laurentini (Giano, Saturno e Pico…);

5 – I Piceni, a lungo alleati di Roma, fornivano truppe molto apprezzate;

6 – Il Piceno fu l’ultima regione conquistata dai romani nel 268°.C.

7 – 80 anni prima della guerra di Troia, i Piceni alleati con i Pelasgi scacciano i Siculi dalla penisola come descrive Dionigi di A. libro I, XII.: “Ebbero questi popoli ancora non poco del territorio detto Campano… e quivi fondarono altre cittadi, e Larissa; denominandola da Larissa, metropoli loro nel Peloponneso”. Se i pelasgi costruirono Larissa è probabile che i Piceni abbiano costruito Picentia, pur se gli storici di professione si affannano a sostenere che Picentia fu costruita dagli Etruschi e/o dai Romani (vedi: https://www.larucola.org/2020/12/16/il-popolo-piceno-nascosto-nelle-pieghe-della-storia-picentia-la-citta-misteriosa/);

8 – Il 637 di Roma fu inviato Fulvio contro i Popoli Sali (Piceni)…

9 – Il 630 di R. lo stesso Caio Sestio… Proconsole, avendo soggiogato li popoli Salj della Gallia Transalpina ivi trasportò la Colonia per popolare una Città…, (che)dal suo nome si appellò Aquae  Sextiae, nobile citta di Provenza sotto il nome di Aix, ora celebre” (da Dissertazione  Istorica. Pasquale Cayro- Napoli  I795).

Questa breve sintesi evidenzia che i Piceni non possono essere relegati ai margini della civiltà dei popoli italici. Dopo il 268 a.C. svanisce il potere politico e militare dei Piceni. La civiltà e la ricchezza sopravvivono:

1 – Annibale, dopo la battaglia del Trasimeno, fa rifocillare nel piceno le truppe e i cavalli;

2 – I picentini di Picentia si alleano con Annibale (battaglia di Canne 216);

3 – Per vendicare questa alleanza i Romani distruggeranno Picentia.

La storiografia ufficiale fissa nel 476 d.C, la caduta dell’Impero romano d’Occidente; arrivano i Longobardi e i Franchi: il Piceno diventa Marca. I vari barbari vengono nelle Marche a fare bottino e distruzione. E il medioevo non vede le Marche al centro della storia. Eppure… almeno dal 1300 nelle Marche erano attive eccellenti maestranze e prestigiose scuole pittoriche: Giotto e i Giotteschi, i Salimbeni, i Crivelli, i De Magistris, i Veneti (Lotto) ecc.; si deve convenire che in questo territorio cultura ed economia sono sopravvissute nei secoli (non nascono in 5 minuti!). A dimostrazione si riportano brani tratti da “Geografia Cioè Descrittione Universale Della Terra… opera utilissima e specialmente necessaria allo studio dell’Historie, di Giovanni Antonio Magini Padovano,Venezia, 1598”. Il Magini (1555/1617) geografo, cartografo, matematico e astronomo, insegnò a lungo nell’università di Bologna e le sue opere sono ricercatissime.

Ecco alcune definizioni:

REGIONE: una parte di terra la quale veniva retta da un Re… le Regioni erano sotto i Re, erette da loro (quindi Piceno dal re Pico!)

CITTÀ è terra cinta di mura, dentro di sé contiene edifici, e case… hora… città sono dette quelle c’hanno proprio Vescovo o Arcivescovo o Patriarca, e terre murate l’altre.

EMPORIO è città, è la terra murata, dove si fa la fiera, o il mercato.

COMMUNE è un aggregato di case rusticane senza mura.

CASTELLO è un picciolo borgo intorniato di mura… La moltitudine e la compagnia de’ Cittadini governata da consuetudini, da leggi, e da instituti, fa veramente la città. Onde per ciò anche la terra murata si può addimandare città.

TUGURIO è l’abitatione rustica coperta d’alica palustre (e gli atterrati?).

CAMPO è un grande e ampio spazio di terra piana.

TERRITORIO è lo spazio della terra che è intorno alla città, è appartenente ad essa città, lavorato da contadini, e abitato.

PICENTINI (Pag 86) I Popoli Picentini sono in Campania, cosi nominati da Picentia già loro precipua, e primaria città. Il paese de Picentini, oggi s’addimanda il Principato, i suoi termini… Campania… fiume Siluro, Lucania, la Basilicata, e il Mare Tirreno… occupa di larghezza 16 miglia e di lunghezza; 3, le sue città principali sono Nocera, Sanseverino, Sorrento, Massa, Vico, Rivello, Amalfi, e Salerno.

NOCERA città distante dal Mare 9 miglia e da Salerno 4, ha territorio abbondantissimo amenissimo, e ripienissimo di villaggi.

SANSEVERINO  è città celebre per il vermiglio vino, che vi si fa, che anche dal suo nome tiene il nome, di grandissimo pregio a Roma.

SORRENTO antichissima città siede in monte, ma non è ora di quella ampiezza, che già era, se bene possiede giocondissimo, e fecondissimo territorio, ornatissimo di viti, di cedri, e d’altri alberi preclari. Plinio loda il vino da Sorrento per la sua sottigliezza e salubrità.

MASSA il territorio di Massa produce vino in copia, il quale da lei ha nome di Massicano. (Nda: Non ho trovato riscontri al vino massicano. Di “Massa”ce ne sono molte compresa Massa Fermana; il Magini credo faccia riferimento a Massa Lubrense [vedi Maldacea Gennaro – Storia di Massa Lubrense. Napoli 1840: “Massa Lubrense è città antichissima del Cratère di Napoli, denominata nei vetusti tempi Promontorio di Minerva . Di essa ne fecero menzione tutti gli antichi Scrittori, che si occuparono di quelle contrade. I famosi Tempj di Minerva ed Apollo esistenti su i due mari che la bagnano, la resero rinomata presso i Fenici, i Greci ed i Romani. Nell’Era Cristiana non fu meno celebre…]).

VICO, è città picciola (Nda: non si aggiunge altro: evidente il riferimento a Vico Equense sul golfo di Salerno).

AMALFI è nobilissima città, quantunque più splendida già fosse, in lei si trovò prima il bossolo, o l’uso della calamita da navigare. Segue la dettagliata descrizionedel territorio e dell’ “aspra costa” di Amalfi e delle giocondissime valli con fontane e sorgimenti d’acque, e dove scorrono deliziosissimi ruscelli. …n’avviene, che da coloni sieno frequentate, e coltivate, e molto risplendano, abbellite, e colme di tutte le sorti di fruttiferi alberi, come di pomi granati(I Pomi granati presso a gli antichi significavano concordia, perché tali devono essere gli animi concordi, e in tal unione trà se stessi, come sono le granelle di questi pomi, dalla quale unione nasce poi l’abbondanza, che è il nervo di vivere politico, e concorde: da “Iconologia di Cesare Ripa Perugino, 1593 pag. 44”), d’aranci, di cedri, d’ulivi, di peri, di ciregi (ciliegi?), e di simiglianti. Quivi sono anco le viti per ordine leggiadramente poste, …di mirto, di lauro, di bosso, di gelsomino, d’ellera, di rosmarino, di rosa, e di sì fatti nobili arboscelli, che spirano soavissimi odori e sono gratissimi alla vista, le nari pascono a maraviglia, e gli occhi. . (Leandro).

SALERNO è antica città, dal Mare distante mille passi, dentro le cui mura, e fuori ancora, sono amenissimi, e cultissimi giardini, d’acque innaffiati, che abbondantissimamente producono limoni d’ogni sorte, mele granate e altri frutti di ciascuna specie. Ha ella similmente l’ornamento del pubblico Ginnasio e l’onorato titolo del Prencipato. MARCA ANCONA, olim PICENVM : cap XV, pag. 90,  questa è una Regione fertile d’ogni cosa, tuttavia, come dice Strabone, vantaggia più di frutti, che di biade, ci è particolarmente lodata nelle olive, che produce. Tutta la sua riviera, per quanto tira, è giocondissima alla vista, vaga di giardini, e piantata di bellissime viti, che danno generoso succo, e di fruttiferi alberi e specialmente d’aranzi (aranci), d’ulivi, ma è sì piena di limoni che i loro copiosi, e grossi frutti in quantità grandissima sono à Venezia portati, a Bologna, a Ferrara, e altrove. Sotto Osimo si stende un’amena pianura, che … di formento abbonda con somma fertilità. In Sirolo terra murata, s’ha vino più degli altri nobile, a cui Plinio da titolo di vino Anconitano. In Fabriano, illustrissima terra murata, si fa Papiro, o Carta lodatissima, in gran copia, da essere anteposta a qual’altra si voglia, portata per tutta Italia, e in molti altri paesi d’Europa.

FIUMI Abbonda tutto questo tratto d’assaissimi fiumi, de quali sono i più nobili il Chiento e il Potentia, … e anco il Sentino, fatto dal Volterrano, partitore di Piceno e Ombria.

PORTO DI ANCONA In questa Regione v’è ancora il famosissimo, e bellissimo porto d’Ancona, così denominato dalla città cui s’appoggia, opportuno all’andarvi e sicurissimo allo starvi, il quale Traiano, l’Imperatore fece già instaurare con scaglioni di marmo, accioché le navi per essi havessero a essere comodissimamente caricate, e scaricate. Donde egli è annoverato fra i primi, e nominatissimi porti di tutto il mondo, e fra le maraviglie dell’Europa.

LAGO DI PILATO Ha inoltre nella cima dell’Apennino, addimandato monte Vittore, il lago Norsino, le cui acque con perpetui moti salgono, e talora scendono con gran stupore di chi le mira, onde l’imperito volgo pensa,che quivi abitino i demoni, (che) chiamati rispondano.

LA CAVERNA DELLA SIBILLA una smisurata e orribile spelonca, volgarmente nominata la caverna della Sibilla, di cui recitano i bugiardi e gli impostori, molte ciancie; onde i Norsini vedendo, che frequente numero d’incantatori e di malefici continuamente vi concorrevano, furono costretti a turarla, ben coprirla, emetter anche al lago, per questo, circospette guardie.

COSTUMI E ABITUDINI: quivi gli abitanti sono fieri, bellicosi, di rozzi, selvaggi costumi, amano meglio l’agricoltura e l’armi, che i traffichi, e gli artifici.(nota: in età preromana e fino al 268 a. C., i Piceni erano autonomi, molto temuti e rispettati; dominavano i commerci in tutto l’Adriatico; indubitabile la loro presenza nel sud Italia (Picentia), in Provenza ecc. Armi e monili piceni sono venuti alla luce in tutta Europa. È un delitto la Damnatio memoriae di un popolo che per secoli ha avuto il monopolio dell’industria della guerra e di quella del lusso).

Situazione politica del Piceno nel 1500 – Questo è paese per la maggior parte sotto la potestà del sommo Pontefice, nel quale si trova il nobilissimo Ducato di sette città segnalate: Agobbio, Cagli,  Fossombrone, S. Leo, Sinigaglia, Pesaro, e Urbino Metropoli e Archiepiscopale… Oltre ad Ancona, Recanati, Santa Maria di Loreto, Camerino, Fano, Tolentino, Fermo, Macerata  e altre terre. VESCOVI Nella Marca d’Ancona è l’Arcivescovo di Fermo a cui ubbidiscono i Vescovi di Montalto, di Macerata, che è anche Vescovo di Tolentino, di Ripatransone, di S. Severino,d’Ascoli, d’Umana, di Fano, d’Urbino, ma hoggi è Arcivescovo anch’esso, di S. Leo, d’Ancona, di Pesaro, di Camerino, di Iesi, di Fossombrone, di Recanati, d’Osimo, di Sinigaglia, di Cagli e di Loreto. S’hanno anche quivi due pubblici Studi (università) che sono frequentati da Romagnuoli, e da quei della Marca Anconitana. Uno a Fermo e uno a Macerata”.

A pag. 42 troviamo:  Et due altre Isole chiamate Baleari. Et da Greci son dette Gimnesie. Nella maggiore delle quali (isole) sono due città -“Palma e …  Pollentia!

Nazzareno Graziosi

4 agosto 2021

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