Biblia Pauperum: un libro; anticamente era una raccolta di immagini medievali che rappresentavano scene della vita di Gesù. Un libro di 40/50 pagine, fatto d’immagini per rappresentare scene della vita di Cristo e per spiegarle: organizzate in ordine cronologico. In seguito, il termine Biblia Pauperum è stato usato pure per descrivere l’apparato iconografico di una chiesa, in modo da illustrare con episodi successivi la storia di Gesù, o di Maria, o di un Santo, così chiunque, anche i più ignoranti, potevano avere una qualche conoscenza della storia della salvezza.
Tutto ciò per spiegare perché il Giovedì Santo sull’altare si fa una scenografia insolita e si mette una tovaglia particolare chiamata “Tovaglia della Passione”. Il tabernacolo si copre con una tenda viola. Nella chiesa, 20 giorni prima di Pasqua, si dovrebbero coprire tutte le immagini sacre, soprattutto i crocifissi. Da qui il detto: “Quando vedi le croci a coprire, 20 giorni ha Pasqua a venire!”
Perché in Quaresima copriamo statue e crocifissi? I veli sulle immagini sacre ci ricordano la promessa della Pasqua. Può sembrare controintuitivo coprire statue e immagini nelle ultime settimane di Quaresima ma la Chiesa raccomanda questa pratica per rafforzare i nostri sensi e “costruire” in noi un anelito alla Domenica di Pasqua. È non solo una tradizione da portare avanti nella nostra parrocchia, ma anche una utile attività da mettere in pratica nella “chiesa domestica”.
Le croci sono coperte fino alla fine della celebrazione della passione del Signore il Venerdì Santo; le immagini fino all’inizio della Veglia Pasquale. Questa è la pratica attuale della Chiesa, ma coprire statue e immagini dalla V Domenica di Quaresima in poi è poco rispetto a quel che si faceva una volta. In Germania, a esempio, c’era la tradizione di coprire l’altare alla vista per tutta la Quaresima.
Anche le famiglie sono incoraggiate a imitare questa pratica e a coprire le immagini religiose più importanti che sono in casa. Un fatto che aiuta a partecipare al periodo liturgico, soprattutto se non si può andare a Messa durante la settimana. È anche una bella tradizione da trasmettere a figli e nipoti, che renderà tale periodo dell’anno davvero speciale per loro.
Ci impegniamo tanto a comperare uova e dolci di Pasqua e allora perché non prepararci alla grande festa cristiana usando dei veli? Le immagini, anche in casa, andranno svelate prima della Veglia di Pasqua: è un potente promemoria della nostra vita sulla terra. Viviamo in un mondo “velato”, in esilio rispetto alla nostra vera dimora. È solo con la nostra morte che il velo verrà sollevato e saremo finalmente in grado di vedere la bellezza di tutto ciò che c’è nella nostra vita.
Alberto Maria Marziali
8 maggio 2021