Il mito è la forma più originaria che il pensiero umano abbia per esprimere l’intuizione della verità della vita. Il mito è il linguaggio del Sacro, è una parola derivante dal greco che ha generato la radice “Lg”, ed etimologicamente fa derivare dal verbo latino religare anche la parola Religione, che significa Legame. La spiegazione della parola Legame in tal caso intende: coscienza, scrupolosità, esattezza, lealtà, devozione, fede, timor di Dio. La medesima radice “Lg”, ha generato in latino il sostantivo lex, genitivo legis: la legge; in quanto essa è ciò che lega insieme gli uomini a livello civile.
Naturalmente ha una motivazione questo prologo risalente a una parola greca. Tutta la nostra cultura deriva dalla conoscenza greca. Scriveva Omero nell’Iliade: “Tal e quale la stirpe delle foglie è la stirpe degli uomini”, riferendosi alla Religione. Tutte le Religioni hanno un punto in comune ed è il tentativo da parte degli esseri umani di legare se stessi al senso di un mondo che li supera, proprio come fa il rilegatore di libri, che da tanti fogli sparsi produce un volume. Quei fogli sparsi sono i nostri giorni, le nostre vite che se ne vanno: vite come fogli sparsi, come foglie che cadono, poi travolte dal turbinio del vento!
Questa nostra vita è una “Conditio, sine qua non” dunque, siamo senza difese, con le ali tarpate, il fato non ci concede d’intravedere uno squarcio di luce e uno stato di ansia ci trascina in un inconscio profondamente oscuro. Ricordiamo quanto scrisse Primo Levi: “Se non altro per il fatto che un Auschwitz è esistito, nessuno dovrebbe oggi parlare di Provvidenza”. Ora potremmo aggiungere: “Se non altro, perché stiamo vivendo la Pandemia da Covid 19, non si dovrebbe parlare di Provvidenza”.
Dicitur: “Non c’è autorità se non da Dio”. Ma il Dio della tradizione in realtà non può più tornare. Il Dio che ha retto per 2 millenni, il Dio che guidava eserciti e per il quale si celebravano messe trionfali con il Te Deum, dopo le vittorie, il Signore che stava dietro ogni evento della Provvidenza, che sceglieva Re e Imperatori e guidava le sorti dei popoli verso la sottomissione alla Chiesa di Roma, quel Dio non può più tornare come non può più tornare il Dio dominatore della natura. E nemmeno può tornare il Dio che governa le cose del quotidiano.
Non rimane quindi che rifugiarsi nel “Refugium Theologorum”, ovvero nel mistero, il quale gioca un ruolo decisivo nel pensiero ma a patto di distinguerlo dell’intelligenza. In conclusione pare che la Religione sia rimasta oggi l’unica energia intellettuale con cui riempire la mente, dare un senso alla vita. La fede scalda il cuore, alimenta la passione muove i popoli. Essa è una sorgente d’identità anche per chi sia Ateo. Così ritorniamo al Rilegatore di libri! Affinché vi sia questa unione e coesione interna occorre che la cultura nutra la religione e non la cultura del singolo, bensì della intera società.
Dopo queste considerazioni “teologico filosofiche”, dopo queste disquisizioni che coinvolgono Dio, la cultura, la religione, le malignità che si presentano nel percorso della vita, tanto da originare il dubbio che la Provvidenza divina si sia eclissata. Sorge perentoria una domanda: “Dove sta il nostro ‘Libero Arbitrio’?” Usufruendo di esso: “Perché non siamo capaci di scegliere il meglio per noi, perché non siamo così intuitivi da prevedere a lungo termine cosa può accaderci?”
Siamo impotenti anche per ciò che riguarda l’incolumità della nostra persona. La pandemia da Covid 19 non è l’unico male che assale i nostri giorni. C’è pure il cancro che ti sorprende subdolo, trasportandoti all’istante in un nuovo mondo che non sospettavi esistesse. Di qualunque natura egli sia ti sconvolge la vita; dovrai fare cure e conoscerai ambienti, strutture che non sognavi mai potessero esistere e anche qui non hai libero arbitrio: devi ubbidire, eseguire e andare avanti e trovare la forza e il coraggio se vuoi vivere.
E poi trovi dentro di te forza e coraggio. Chi te li ha dati? Forse le preghiere che, con le lacrime, provi a innalzare al cielo? Sei sola in quel corridoio, pre-sala operatoria, all’alba di un mattino, quando l’anestesia ti porta nel sommo della morte. E poi al risveglio nulla è più come prima, tutto appare diverso. Questi fogli sparsi delle nostre vite… sono pronti per il rilegatore di libri…
Fulvia Foti
23 marzo 2021