San Giacomo della Marca operò il suo primo miracolo proprio a Macerata

I santi “depennati” – In alcune città italiane si insiste a far festa per i santi “depennati”, ci sono vari casi anche nelle Marche. Citiamo san Giorgio che sconfigge il drago, oppure Sant’Elpidio. Ben tre città portano il nome di questo Elpidio…santo, e una lo riconosce pure come patrono. Basterebbe poco per ovviare all’inconveniente. Basterebbe consultare il Martirologio Romano (sul sito del Vaticano) e controllare se il santo patrono della città è vero o farlocco.

Il santo… farlocco – Questo, però, non sembra piacere a parroci e sindaci che ci tengono a non inimicarsi i cittadini tradizionalmente creduloni. Un Santo per essere riconosciuto tale, deve essere stato beatificato da un Papa, deve essere vissuto con certezza in qualche luogo e si dovrebbero conoscere le date di nascita e di morte. In molti luoghi, invece, il parroco ha comperato una qualsiasi statua e datogli il nome di comodo la porta in processione con canti a san …farlocco. Evviva il Santo farlocco!

San Giacomo della Marca – La cosa meraviglia non poco perché l’Italia di Santi veri ne avrebbe da vendere. Basterebbe scegliere. Nelle Marche, a esempio, ce ne sono di molto importanti. Mi piace, a esempio, ricordare oggi San Giacomo della Marca. Grandissimo uomo. Il 28 novembre ne ricorre la festa. Nacque, da poveri genitori, a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, l’1 settembre 1393. Studiò in varie città delle Marche e dell’Umbria e fu maestro di scuola. All’insegna del nome di Gesù, predicò non solo nelle piccole e grandi città d’Italia, ma come Nunzio Apostolico si recò varie volte in Dalmazia, Slovenia, Bosnia, Austria, Ungheria e Boemia, accompagnando la sua predicazione con innumerevoli prodigi.

Un santo poliedrico – Pur immerso in tante fatiche si prodigò a costruire basiliche, conventi, biblioteche, pozzi e cisterne pubbliche; diede Statuti Civili – lui frate – a undici città mentre attendeva a fondare nuove confraternite, figurando come un precursore dell’associazionismo cattolico, trova anche il tempo per scrivere ben 18 libri, mostrandosi così di ingegno universale. Fu inventore della prima banca e fu anche un predicatore eccelso.

Pacificatore tra città – A Fermo lo ricordarono in questo modo: “Ha predicato tutta la quaresima e poi per molti giorni ancora nella piazza comunale e predicava così bene da indurre alla massima devozione tutto il popolo fermano, tanto da avere tremila e quattromila persone di fronte ogni giorno di predica e di mattino”. Riuscì a sedare liti e ad affratellare città come Fermo ed Ascoli. Nel 1454 San Giacomo fece dimenticare le discordie insorte tra Sant’Elpidio da una parte e Fermo-Monturano dall’altra, secondo la tradizione gli abitanti di Sant’Elpidio per gratitudine gli concessero un convento ove abitare lui e i sui frati. Morì il 28 novembre 1476, a Napoli. Fu uomo di grandissime doti e fama.

Il miracolo a Macerata – San Giacomo venne per la prima volta a Macerata nel 1426, dove tenne la predicazione quaresimale. Approfittò anche per fare alcune proposte di leggi che vennero approvate dai maggiorenti del comune. A Macerata accadde anche il primo miracolo compiuto da San Giacomo e registrato da lui stesso: la Domenica delle Palme del 1426, nella piazza del mercato, dove erano presenti migliaia di persone, una ragazza di 18 anni di età, nata muta e sorda, durante la predica del Nome di Gesù esclamò: “Gesù! Gesù!”. All’Aquila, dove era andato per venerare il suo amato maestro S. Bernardino, pregando nel nome di Gesù, ottenne sulla pubblica piazza una sessantina di miracoli. Rimase nascosto per ordine del Vescovo, il quale temeva gli eccessi della folla entusiasta.

Il corpo incorrotto – Il suo corpo, per secoli rimasto incorrotto, riposa a Monteprandone. Forse, visto come vanno ora le cose, sarà il caso di pregarlo e mettere qualche nostra città sotto la sua protezione, abbandonando il culto dei santi mai esistiti? Di San Giacomo della Marca si sa quasi tutto: fu beatificato da Urbano VIII nel 1624 e canonizzato nel 1726 da Benedetto XIII.

Alberto Maria Marziali

12 febbraio 2021

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