Non penso possibile che la nostra democrazia, la centralità del Parlamento, siano messe in discussione, anche se potrebbero essere messe in difficoltà dal referendum costituzionale per la diminuzione dei Parlamentari, se non saranno differenziate le funzioni di Camera e Senato, se non ci sarà la giusta proiezione parlamentare di democrazia diretta delle piccole Regioni, dei collegi esteri, se non si avrà l’approvazione di nuovi regolamenti parlamentari e se non ci saranno norme che ripristino gli equilibri di partecipazione per la elezione del Presidente della Repubblica.
Emergenza Covid – Non sono perfettamente d’accordo sul rinvio a gennaio dello stato di emergenza per il Covid. Ho capito come era indispensabile l’emergenza all’inizio del Covid (allora “questo sconosciuto”) e la successiva proiezione per alcuni mesi, ma non capisco il prolungamento dello stato di emergenza, salvo che non si pensi di usare questo strumento per utilizzare i miliardi del recovery fund europeo in modo assistenziale e a pioggia (ndr: questo articolo è stato pubblicato sul mensile “La rucola” nel mese di novembre 2020).
Sanità – Forse avrei capito lo stato di emergenza se fosse stato legato ai 32 miliardi europei del Mes, soldi pronti e senza condizioni, prestito vantaggioso per dare seri investimenti a una Sanità che ha mostrato la corda. Una Sanità in difficoltà per la mancanza dei presidi sanitari diffusi nel territorio (chiusi per una sottovalutazione), per la mancanza di sicurezza nelle residenze per anziani, per la carenza di personale medico, paramedico, infermieristico, causata dalla chiusura di numerosi ospedali nonché dal pensionamento di migliaia di medici di base: si parla di 20mila mancanze nelle cure a domicilio.
Ambiente – Abbiamo un ambiente bisognoso di essere risanato, molte scuole da rendere agibili e a norma di legge, una seria prevenzione in campo idrogeologico e sismico, della sanità abbiamo già detto così come della necessità di chiedere i fondi europei del Mes.
Infrastrutture – Gli investimenti sulle infrastrutture vanno tutti disincagliati da una politica che non decide e da una burocrazia che li ostacola nei fatti. Intervenire subito e non domani, in questi settori può offrire quella occupazione tradizionale di cui c’è tanto bisogno, ma il paese ha “fame” anche di nuovo lavoro, di nuove aziende, di modernizzazione e non solo in senso informatico, tutti ambiti in cui si può intervenire con i fondi europei del recovery fund che è patrimonio della solidarietà europea all’Italia.
Fisco – Se la Ue ha detto no a usare il recovery fund per riformare il fisco (fisco opprimente verso cittadini e imprese – il 42% paga il 91% di tutto l’Irpef, chi denuncia meno di 20mila euro è assistito e paga poche tasse), il governo italiano nella legge di bilancio, invece di rinviare ogni provvedimento, doveva intervenire subito su una ingiustizia come quella del fisco. A voler dire che gli investimenti del fondo vanno rivolti esclusivamente ai settori produttivi.
Lavoro – Nella prossima legge di bilancio si daranno, pare, al lavoro 17 miliardi (proroga della Cassa integrazione per i settori in crisi, conferma incentivi alle imprese per le assunzioni specialmente dei giovani), allora il Governo dovrà “parlare” con le forze sociali (Confindustria, Sindacati Confederali e non la inutile sfilata a Villa Pamphili) esaltando la funzione sociale dell’impresa e confrontandosi anche su produttività, bassi salari, nuova occupazione, innovazione, ricerca, ambiente, prevenzione: tutte scelte capaci di coniugare profitto, dignità del lavoro, socialità.
Italiani in apprensione – È ormai insopportabile che i problemi non solo di visibilità, di “aggiustamento” della linea di tutti i partiti presenti nelle Camere ricadano sui cittadini: cittadini che sono preoccupati per gli alti contagi della pandemia da Covid (l’aumento dei ricoveri in terapia intensiva e la loro saturazione in tempi brevi aumenta la paura: la Sanità non è di destra o di sinistra). Le persone sono convinte che c’è bisogno delle idee di tutti, sono altresì in apprensione per come saranno ripartiti gli investimenti dell’europeo recovery fund, che dovrà intervenire sui nodi veri della nostra economia: per queste due questioni è opportuno che le forze di maggioranza e opposizione sospendano le ostilità poi, superata questa particolare situazione, riprendano la libertà politica, il loro ruolo di confronto (ndr: nel frattempo è intervenuto Renzi a complicare la situazione…).
Giulio Lattanzi
6 gennaio 2021