In questo periodo difficile per tutti, anche per i nostri ragazzi, persone fragili che hanno deciso di intraprendere un cammino di recupero e di riappropriarsi della loro vita, la Comunità terapeutica Pars onlus “Don Vincenzo Cappella” vuole essere maggiormente vicina ai propri ospiti, in un’atmosfera natalizia sincera, gioiosa, ma anche di rispetto e di riflessione.
La Comunità Pars “Don Vincenzo Cappella” di Corridonia ospita 18 ragazzi dai 25 ai 50 anni, affetti da dipendenza, quali droga e alcol e gioco d’azzardo.
“Veniamo da un momento doloroso e da molto tempo i nostri ragazzi non vedono i propri familiari – spiega l’operatrice Pars Alessandra Giammaria -. Abbiamo deciso fin da subito di attivare le videochiamate, ma non è la stessa cosa. Si è creato un senso di vuoto e di tristezza, è davvero difficile non poter vedere i propri cari per un lungo periodo. Anche per questo motivo, addentrandoci nel periodo natalizio, abbiamo pensato di lavorare per realizzare un ambiente caldo, accogliente, come a casa, per colmare quel vuoto, quella distanza fisica tra loro e le proprie famiglie”.
“Ho sentito la mancanza dello sguardo dei miei figli”; “mi è mancato l’abbraccio di mia madre”; “ho sentito la mancanza del calore del sorriso della mia compagna” testimoniano i giovani ospiti.
La struttura continua a realizzare attività importanti rispettando le normative, ma garantendo l’opportunità di fare laboratori e esperienze attive e a essere luogo dove si cerca di dare una risposta efficace alle persone che vivono il dramma della dipendenza da sostanze stupefacenti o da gioco d’azzardo. In queste settimane di preparazione al Santo Natale i ragazzi stanno seguendo un laboratorio artistico tenuto da Cristiana Torresi per realizzare con materiali di riciclo l’albero, il presepe a grandezza naturale e le decorazioni per abbellire l’intera struttura.
“Non ho mai pensato al Natale, la mia priorità era la droga, ora riscopro la bellezza di questo momento”; “dopo tante festività passate allo sbando questo è il primo Natale in serenità”; “per me il Natale è sempre stato sinonimo di solitudine e tristezza, ora che mi trovo in questa famiglia sento una nuova speranza nascere in me” affermano alcuni dei ragazzi pensando al senso del Natale.
“Per il Natale stiamo cercando di creare un clima natalizio, anche un buon menù, per farli di sentire il più possibile a casa; i nostri ragazzi stanno rispondendo bene, sono molto collaborativi – continua la Giammaria -. Stiamo allestendo un presepe all’esterno della struttura con i bancali e le sagome e materiali di riciclo e gli oggetti di Natale per addobbare l’interno della Comunità. Inoltre, continuiamo a svolgere alcune attività, quella dedicata alla cura della casa, la pulizia delle proprie camere e della struttura, come una famiglia dove ognuno ha una propria mansione. Poi c’è la cura del verde, proprio qualche giorno fa abbiamo piantato molti alberi nel viale che conduce alla Comunità, e infine i nostri ragazzi si prendono cura degli animali, con amore e responsabilità”.
15 dicembre 2020