Pensiamo al futuro e lasciamo alle generazioni future un ambiente migliore!

Sicuramente saranno stati fatti degli errori ma abbiamo liberamente accettato di rimanere a casa, si è tentato gradatamente di superare l’emergenza pandemia, con norme sanitarie precise e senza mai dichiarare il “liberi tutti”, con una minoranza di “incoscienti” che non ha rispettato le prescrizioni, riportando i contagi da Covid19 a livelli preoccupanti, anche se non quanto nel resto d’Europa.

Però non si è conosciuto un piano sanitario nazionale per i territori (per la sanità scolastica c’è confusione; le regioni sono state lasciate sole) e non sono state superate le carenze riscontrate nel periodo acuto della pandemia.

È chiaro che il Governo e il Ministro della Salute si siano limitati ad accettare il “no” populistico dei 5Stelle ai finanziamenti europei del Mes per la Sanità, senza alcuna condizione, né si è sentito dire di severe norme applicative delle leggi contro la pandemia o controlli a tappeto, ma di norme volontarie e flessibili perché i furbetti sfuggissero agli esami anticovid (in un pianeta di qualche miliardo di persone c’è sempre qualche squilibrato). Per vivere “tranquilli” bisogna affidarsi alla scienza ufficiale.

L’Europa ci mise già a disposizione diversi miliardi sui fondi strutturali, distribuiti tra le diverse regioni, non spesi tutti o che non  si è saputo spendere bene. Ora abbiamo più di 200 miliardi di euro della solidarietà europea con il Recovery Fund, spendiamo bene questi soldi per affrontare i nodi irrisolti del nostro paese in chiave europea: lo chiede chi negli anni pre-covid ha vissuto stagnazione, scarsa crescita economica, disoccupazione, fuga all’estero in cerca di lavoro.

S’inizi a tagliare la burocrazia asfissiante, a realizzare la transazione ecologica, la digitalizzazione dell’intero paese: non disperdete i soldi del Recovery in mille rivoli pensando all’emergenza. Secondo me si comincia male. Sono arrivate 534 proposte dai Ministeri (un elenco che autorizza la distribuzione a pioggia dei fondi della solidarietà europea), gli stessi Dicasteri che non sono stati capaci di avviare le riforme necessarie, nel periodo pre-covid, mentre quasi tutti i paesi europei hanno definito riforme e progetti innovativi di fronte a una crisi economica mondiale.

In questi mesi di pandemia ci hanno aiutato finanziariamente solo la Ue, le strutture bancarie europee, e il Paese è stato obbligato a far debiti per sostenere famiglie e imprese, ma abbiamo lasciato in eredità ai giovani un debito pubblico e relativi interessi passivi prodotti che graverà sulle loro spalle; per i disoccupati non siamo stati capaci di ricercare nuove imprese, nuovo lavoro; non abbiamo sbloccato tutte le infrastrutture già finanziate; non abbiamo finanziato adeguatamente Regioni e Comuni (ora questi ultimi chiedono, attraverso l’Anci, il 10% del Recovery Fund per realizzare edilizia verde finalizzata a ridurre le negatività dell’effetto serra, per una mobilità sostenibile, per il risanamento e l’incremento delle scuole, per il recupero delle periferie.

Proposte giuste nei contenuti, ma prive di tempi e ipotesi operative, quindi solo una elencazione di necessità. Senza dimenticare la prevenzione dei disastri naturali, il sistema pensionistico. Almeno cerchiamo di consegnare alle nuove generazioni un ambiente sano, pulito, un “no” deciso al riscaldamento globale della Terra e all’effetto serra. È purtroppo naturale che scelte e guai prodotti dalle precedenti generazioni, proiettino dati negativi sul futuro. La Presidente provvisoria della Ue, la tedesca Merkel, ha incontrato il simbolo della difesa del clima e dell’ecologismo, la giovane Thumberg, per dimostrare la voglia di ambientalismo dell’Europa. La Presidente della Commissione Von der Liyen, assieme a Gentiloni, spinge non solo sul bilancio ma sulla Ue per avere più fondi per la transizione ecologica: l’Europa deve essere un esempio positivo nel mondo per la difesa dell’ambiente, e l’Italia deve pressare di più in questa direzione. Guardiamo alle generazioni future che con le nostre paure le abbiamo, a dir poco, ridimensionate.

Creiamo un paese per giovani e non solo, restituiamo il debito ambientale che abbiamo contratto, consegniamo il mondo alle generazioni future meglio di come lo abbiamo trovato.

Giulio Lattanzi

2 dicembre 2020

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