Sono fermamente convinto che le norme previste dai DPCM vadano rispettate, così come facciamo per le leggi, ma ambedue possano essere, pur accettandole, criticate anche aspramente.
Sanità in difficoltà – Oggi abbiamo un nuovo DPCM, con la consultazione dell’opposizione, che prova a mettere mano ai contagi che il più delle volte non sono controllabili e con una sanità in difficoltà nei pronto soccorso, e il Ministro della salute che è obbligato a chiedere ai medici in pensione di tornare in servizio vista la grande carenza.
Fondi europei – Il Presidente Conte non ritiene opportuno adire ai fondi europei per la salute e il Ministro della salute non ha rivendicato con grande determinzione i miliardi del Mes.
Le disparità – Non intendo entrare nei divieti del “fresco” DPCM, ma non riesco a rendermi conto perché i bar e ristoranti (uno dei settori in crisi) siano stati trattati allo stesso modo (chi ha rispettato le regole e chi no: so bene che l’attuale è un provvedimento nazionale, ma si poteva rinviare la scelta tra “buoni” e “cattivi” a livello locale) e perché questa grande sottovalutazione della cultura (forse voluta) che è fondamentale per un Paese che si dice moderno.
I “ristori” – Un’altra cosa che non ho capito (senza un programma forse si lavora per compartimenti stagni) perché non si sono presentati, assieme alle restrizioni, i “ristori” economici riservati alle categorie più colpite!? (Conte ha detto che le somme arriveranno entro Novembre 2020)
Gli autobus – Veniamo al precedente decreto che era “aria fresca”, anche per le impuntature della Ministra dell’istruzione Azzolina e le bugie del Ministro trasporti De Micheli che affermava “gli autobus e le metro sono in regola con i protocolli sottoscritti”, mentre i cittadini vedevano i mezzi pubblici strapieni e senza alcun controllo; e a quello dopo il lockdown che lasciava presagire che tutto (apertura discoteche, stadi con pubblico,…) era tornato alla normalità: non si governa solo con l’emergenza, i cittadini hanno bisogno di programmi e di certezze.
Il Ministro: “State a casa” – Un Ministro, un politico, è pagato per prevenire e, se è capace, prevedere invece parla “state a casa…” e in questo modo inguaia i ristoratori e l’occupazione che è dietro di loro. Speranza più che il tecnico faccia il Ministro della salute ed eviti lo scaricabarile in corso: un Ministo della salute che non prevede la recrudescienza della pandemia, non interviene per la mancanza di investimenti nei territori, sa che mancano più di 40.000 tra medici ed infermieri, conosce gli assurdi limiti della telemedicina e non chiede con più forza l’attivazione dei fondi europei del Mes, bloccati da Conte e 5Stelle, dovrebbe lasciare il Ministero, ma si sa che in Italia non paga mai alcuno.
Diritti civili – Ma dove sta scritto che Polonia e Ungheria debbano rimanere in Europa violando i diritti civili che sono alla base della Ue? Tutta la Ue è disponibile a concedere aiuti agli stati a fronte del ripristino dei diritti civili: se così non fosse ogni mediazione aggiungerebbe alla tragedia pandemica ed economica quella morale.
La vignetta – Mancini, allenatore della nazionale di calcio e personaggio pubblico (la vignetta è stupida come tutti quelli che scherzano con la pandemia da Covid) non può cavarsela con le scuse per aver disegnato una ignobile vignetta. Se il Ministro dello sport, Spadafora, ha potere reale nei confronti della Fgci e del Coni, prenda severi provvedimenti per Mancini: altrimenti lo faccia l’autonomia dello sport che tutti ci invidiano!
Più coesione – Più si aggrava il contagio da covid e più le forze Parlamentari e locali dovrebbero unirsi per il bene del Paese. Le forze sociali dovrebbero entrare in questo coro e, invece di dividersi, dovrebbero fare come negli anni ’90 quando il dialogo tra le parti sociali aiutò la politica: nessuno vuol tornare alla concertazione o alla politica dei redditi, ma neppure a evocare “tragedie” nel mondo del lavoro.
Giulio Lattanzi
29 ottobre 2020