Una parola che ha un significato sia materiale che spirituale: lu jògu (il giogo)

In questi ultimi tempi il Governo ha usato spesso la parola “Congiunti” e chissà se i governanti sanno che è una derivazione della parola “giogo”? Delle brave monache mi hanno fatto una bella lezione in merito che vi racconto.

Il giogo – Lu jògu (o jù), in italiano si chiama giogo ed è lo strumento usato come mezzo di attacco per i bovini, è un dispositivo concepito fin dall’antichità per la trazione animale, è un arnese di legno a forma di asta sagomata, massiccio e piuttosto pesante, che si pone sul collo dei buoi, per attaccarli al carro o all’aratro, appaiati. Le brave suore mi hanno spiegato il collegamento che giogo ha con la parola derivata “congiunto”.

A causa delle normative sulla prevenzione da Covid 19 abbiamo sentito molto parlare di quest’ultima parola, congiunto, e nella Fase 2 tutti si sono chiesti chi fossero i congiunti con cui era consentito incontrarsi in base al Dpcm del 26 aprile 2020. Approfittiamo delle consorelle per saperne di più e per risalire, religiosamente, fino alla radice della parola…

Il congiunto – Scopriamo così che c’è una stretta parentela tra “congiunto” e “giogo”: il congiunto è colui che porta con te il giogo. Il giogo pesante e meraviglioso della vita; il giogo del quotidiano, col suo carico e le sue possibilità. Due sposi sono legati allo stesso “giogo” e sono “congiunti”. Per quasi tutti il giogo è da sempre stato quello usato per unire gli sforzi dei buoi da tiro. A due a due, ma  è bene sapere che in certe zone il giogo fu abbinato anche a tre o più animali in linea. Il gioco collega, tiene alla giusta distanza e unisce gli sforzi di chi lo porta.

Gesù, il nostro grande congiunto – Forse pochi hanno pensato che leggendo il Vangelo si rileva che il nostro grande “congiunto” è l’umile Gesù: il suo interesse per le nostre fatiche umane lo ha portato a legarsi a noi col giogo della prossimità, per imparentarci tutti col cielo di Dio. È Lui il nostro grande congiunto… ed è Lui che ci rinfranca dal giogo, a volte molto pesante, nella nostra quotidianità. È lui che si pone tra gli sposi e li aiuta a “tirare il carro della vita”. Tra sposo e sposa c’è un terzo posto (il giogo a tre) e, sotto, ci si mette volontariamente Gesù. Noi e Gesù siamo congiunti e Lui ci chiede di essere congiunti ai nostri fratelli. Prendiamo, pertanto, pazientemente il nostro giogo e se possibile non quello a due posti ma quello a tre, perché Gesù si metterà al centro, tra di noi per aiutarci a tirare il carro.

Alberto Maria Marziali

14 ottobre 2020

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