Un intervista a Maurizio Boldrini che resiste contro il nulla che avanza e risponde senza peli sulla lingua (ergo… con una “dizione” perfetta) alle domande più provocatorie e con toni ricchi di affetto a quelle sui suoi allievi.
Trentotto anni di un maestro con centinaia di allievi sul piccolo palco del Minimo Teatro, chissà quanti segni sul e dal Minimo palco! – “Brecht in ‘Vita di Galileo’ scrive: ‘quello che è stato trovato è molto, ma quello che è da trovare è di più. Lo sottoscrivo. Per quanto lunga ed entusiasmante possa essere la vicenda del nostro microcosmo, sono cosciente di aver sì fatto il possibile per contribuire all’innovazione del linguaggio teatrale, ma sono altrettanto cosciente che le ‘faccende’ pseudoteatrali circostanti, nella loro perseverante sciatteria, rimangono predominanti al confronto del nuovo che si realizza, che si segnala per forza dei suoi stessi segni”.
Chi sono i colpevoli della sciatteria spacciata per bellezza? – “Primi fra tutti gli organizzatori delle iniziative artistiche, solitamente soni i più ‘intelligenti’, conoscono perfettamente la macchina per ricevere finanziamenti, se ne fregano del riconoscimento al valore dell’arte, sono loro che dettano e impongono la mediocrità imbellettata”.
Perché questo gioco al massacro? – “Per essere sufficientemente sicuri di mantenere il loro stupido e prezzolato potere”.
E poi chi sono gli altri colpevoli? – “Gli operatori stessi, pseudo attori fermi all’ottocento, ignoranti totalmente su ciò che ha indicato il novecento, grossi ignoranti assecondati dagli organizzatori di cui dicevo prima e sponsorizzati da un pubblico altrettanto ignorante, privo di conoscenze minime su arte, poesia, musica, ma che comprano biglietti, fanno la fila per essere abbonati al banchetto dell’idiozia. E poi c’è la mancanza totale di una vera critica teatrale, una volta c’erano i critici che avevano il libero potere di segnalare, inventare personaggi e tendenze, critici illuminati che sapevano far affiorare la conoscenza e distinguerla dal marasma quotidiano delle operette. Oggi le pagine pseudoculturali e spettacolari dei giornali sono semplicemente pagine di pubblicità a pagamento truccate da recensioni”.
Come può in questo panorama, non certo rassicurante, continuare ad esistere una Scuola così diversa come quella del Minimo Teatro? – “Sapersi soli, contro il nulla che avanza, senza nemmeno l’appoggio di coloro che stimavi come maestri e invece, arrivati e superati gli ottanta anni, da più di trenta non fanno altro che replicare le loro conferenze. Sapersi così soli amplifica la forza per l’immediato. Vale a dire che quando opero con un allievo o una classe di allievi sono completamente, come si dice anima e corpo, su quel piccolo e unico campione di umanità, per quell’immediato non esiste nient’altro fuori. Dal segreto della circostanza nasce l’invenzione, la combinazione che precedentemente non c’era. Così la conoscenza continua il suo corso nonostante le forze contrarie esterne”.
Con quali allievi opererà in questo 38° anni di corso? – “C’è un bell’insieme di giovani e nuove allieve molto ben intenzionate, fra loro amiche, che fanno gruppo, che sento potranno ben raccogliere il testimone delle ricerche del Minimo proprio perché oltre che essere mosse da vero interesse conoscitivo sono legate da amicizia. Rappresentano per me una fondata speranza di continuazione. Poi c’è la classe di Ingegneria Umanistica, lo ‘zoccolo duro’ del Minimo Teatro, anzi sono il Minimo Teatro, amici e amiche che riescono a mantenersi allievi e allieve al di là di ogni contingente condizione. Poi ci sono alcuni ragazzi e ragazze con i quali sto iniziando un percorso diverso e personalizzato, ma la situazione non è ancora definita perché ci sono ancora richieste di iscrizioni all’anno di corso 2020/2012 e solo quando chiuderemo le iscrizioni a fine ottobre, avremo il quadro completo delle frequenze”.
Novità per il questo nuovo anno di corso? – “Ci sarà la costituzione ufficiale della Compagnia Allievi del Minimo Teatro con la quale realizzeremo spettacoli e recital per tutto il territorio, sarà lo strumento per esternare, per far conoscere pubblicamente ciò che normalmente avviene all’interno del Minimo”.
Per informazioni ed iscrizioni alla Scuola di Dizione Lettura e Recitazione: Minimo Teatro, borgo Sforzacosta 275, Sforzacosta di Macerata, tel. 347 1054651.
Patrizia Mancini
14 ottobre 2020