Il viaggio della vita è fermo / come l’orologio della sua stazione; / non si cresce mai abbastanza, / siamo rimasti piccoli / e ne percorriamo lo spazio minimo / di quel che rimane della nostra esistenza.
La moltitudine di pensieri / che chiamiamo uomo, / non assomiglia a quell’ultimo trenino / o a quell’ultima bambola; / sospiri infranti ai confini della sofferenza.
Questa è la lontananza della propria vita. / Questa è la lanterna della propria stanchezza. / Questa e la sete, che è rimasta imprigionata / dal mondo.
Mauro Ruzzu
4 ottobre 2020