Nel numero 264 de “La rucola” abbiamo ipotizzato che il nome Arcuza rinvenuto in una mappa del 1548 al posto di Macerata ne fosse stato un antico nome, prima che sul colle sorgesse il castrum romano. Per chiarirci un po’ le idee abbiamo intervistato Antonio Volpini, collezionista ed esperto di antiche mappe.
Qual è la prima carta a stampa delle Marche? – “La prima carta a stampa delle Marche proviene da un atlante tascabile del 1548, prodotta a Venezia con la tecnica a bulino, delle dimensioni di mm.130×170 (foto 1), autore Giacomo Gastaldi (1500ca./1565). Questa la descrizione: la Geografia di Claudio Ptolomeo Alessandrino, con alcuni comenti et aggiunte fattevi da Sebastiano Munsero Alamanno, con le tavole non solamente antiche e moderne solite di stamparsi, ma altre nuove aggiuntevi di messer Jacopo Gastaldo piemontese cosmografo, ridotta in volgare italiano da M. Pietro Andrea Mattiolo Senese medico eccellentissimo Venetia per G. B. Pedrezano MCILVIII. Carta con numero di pagina 16 e con testo italiano al verso. Dal titolo ‘Marcha de Ancona Nova’ si intuisce che ci troviamo di fronte a una probabile derivazione di una carta più antica a noi sconosciuta”.
Ce la può descrivere e commentare? – “Volentieri. Ha i margini graduati di 12’ in 12’, va da 43° a 44° e 24’ di latitudine, da 35 a 39 di longitudine. Mare a onde con l’iscrizione golfo de Venetia, la catena degli Appennini non è ben definita. L’idrografia è sproporzionata e abbastanza approssimativa, 21 fiumi sfociano direttamente al mare, 19 quelli menzionati, 123 le località riportate. Questa carta riporta molti errori, e l’autore Giacomo Gastaldi, uno dei più grandi cartografi del XVI secolo, presumibilmente non verificò l’attendibilità della fonte. Al Metauro è dato il nome Mecher, al fiume Conca il nome Ventina, il Nevola affluente del Misa sfocia in mare, due fiumi portano grossomodo lo stesso nome: Chiete (Chienti) e Chiente (Potenza). Il fiume Teuer (Tevere) così come il Niera attraverso una fitta rete di affluenti nasce dal lago di Fiorito (lago di Pilato). I toponimi sono spesso imprecisi e la loro collocazione errata, a esempio Pergola è collocato tra il Metauro e il Nevola, M. de Lormo (Corridonia) vicino al mare al posto di S. Elpidio, Tolentino, al posto di Corridonia. Molto più scarse le località nella parte centrale della regione, dove manca il nome di Macerata e al suo posto viene citata Arcuza, una località di pura invenzione, che troveremo in tutte le carte di ispirazione tolemaica. Orografia a mucchi di talpa con ombreggiatura a destra, non vi è traccia del monte Sibilla, né tantomeno della grotta, che invece sarà posta in grande evidenza in tutte le carte Tolemaiche dal Ruscelli (1561) in poi. La grotta della Sibilla divenne famosa in tutta Europa in seguito al resoconto di viaggio scritto da Antoine de la Salle (Le paradis de la Reine Sibille), che si recò alla grotta nel 1420”.
In quale carta appare il nome Macerata? – “C’è una Italia del 1554 della quale disponiamo una immagine di scarsa qualità, reperita dal web (foto 2) in cui si può vedere che in quella posizione non c’è Arcuza, ma c’è il toponimo Macerata. Altre carte della Marca di Ancona che fanno parte della mia collezione: una del 1561 (foto 3) di Girolamo Ruscelli, stampata a Venezia, e pure su questa non c’è il toponimo Macerata e c’è Arcuzza con due zeta, ma è storicamente accertato che questa carta è stata copiata da quella del Gastaldi del 1548.
Ruscelli ne fece ben 4 edizioni, fino al 1599 e tutte riportano il toponimo Arcuza. Poi c’è quella del 1563 di Giovanni Francesco Camocio (foto 4), anche questa stampata a Venezia, rarissima: pur se sembra identica a quella del Ruscelli, di questa carta si conoscono solamente tre esemplari, uno alla biblioteca Vaticana, un altro alla British Library di Londra e la terza nella mia collezione.
In questa, come si può vedere, ci sono sia il toponimo di ‘Arcuzza’ ma pure quello di Macerata, che però è collocato erroneamente a sud del Chienti! Così come Tolentino che si trova tra il Chienti e il Tenna, ma se si guarda con attenzione sulla sinistra, tra i fiumi Esino e Potenza, si può osservare che ci sono due toponimi abrasi, quello in alto è Macerata, e in basso c’è Tolentino, in questo caso l’autore si è accorto prima di stampare e ha provveduto a eliminare l’errore.
La carta successiva (foto 5), è una ristampa del 1592 di Donato Bertelli, si tratta della stessa matrice, e qui la storia si fa ancora più interessante, perché come si può notare, Macerata compare ben due volte! In ambo i casi è posta in maniera sbagliata, perché si trova a nord del Potenza, subito sopra allo stesso toponimo di Macerata abraso e a sud del Chienti! Di questa carta si conosce solamente questa copia che è nella mia collezione”.
Quando scompare definitivamente il toponimo Arcuza? – “Evidentemente i cartografi di Venezia non avevano le idee chiare su dove si trovasse Macerata, forse per colpa del toponimo di Arcuzza o Arcuza, che collocato al posto di Macerata li ha portati fuori strada. A Roma invece nel 1564 Vincenzo Luchino o Luchini stampa questa bellissima carta (foto 6), è la prima vera tavola nuova della Marca di Ancona: le altre finora citate sono carte che si rifanno alla geografia di Claudio Tolomeo. La carta di Vincenzo Luchino finalmente colloca al giusto posto sia Macerata che Tolentino ed elimina Arcuza”.
È la passione che ti ha fatto diventare così esperto? – “Naturalmente, anche se la mia passione per le mappe d’epoca non si limita alla ricerca e alla raccolta di esemplari rari, ma ha dietro un lungo lavoro di ricerca e di studio. Questo toponimo Arcuza, o Arcuzzia, è una mia scoperta che presentai a un convegno circa sei anni fa a Colfiorito. Se si riuscisse a saperne qualcosa di più sarebbe per me una grande emozione, ma al momento, con gli elementi che abbiamo a disposizione, posso solo pensare che si tratti di un errore”.
In che modo i cartografi dei secoli passati conoscevano i luoghi che poi inserivano nelle mappe? – “I cartografi, più che dalle mappe, delineavano le loro carte da semplici informazioni scritte dai colleghi cartografi o da persone del posto che conoscevano bene quei luoghi, per cui gli errori potevano esserci”.
La nostra riflessione conclusiva – Concludiamo l’intervista ad Antonio Volpini con una nostra riflessione. Abbiamo notato che in queste antiche mappe frequenti sono gli errori dovuti alla trascrizione della pronuncia, come La Mucca anziché Muccia, Monte Mellone per Montemilone, M. de Lormo per Montolmo e così via… ma proprio perché le informazioni sono fornite da persone che conoscono bene il luogo, il nome Arcuza, che non assomiglia ad alcun toponimo oggi noto, ci fa sospettare la possibilità dell’esistenza di un agglomerato urbano, di un castrum dimenticato, e comunque l’assenza di Macerata, che nel 1500 era nel suo periodo d’oro politico, economico e culturale, è un dettaglio che stupisce.
Simonetta Borgiani
21 settembre 2020