Marco Spaccesi, rievoca atmosfere d’altri tempi

Una visita allo Studio d’arte “Il pettirosso”

 

marco spaccesiIn via Lauro Rossi, lungo l’erta di piaggia della Torre, c’è il “Pettirosso”, lo studio d’arte di Marco Spaccesi, un artista appassionato di Macerata, dei suoi luoghi, delle sue tradizioni, di antichi personaggi dai quali fa popolare i suoi dipinti. Nelle sue tele figura il cuore della città, ci sono le case del centro storico, le strette viuzze, i monumenti lasciati a noi in eredità dal passato. C’è soprattutto quella serenità svanita, che era intessuta nella vita delle persone pur tra le mille difficoltà economiche dei tempi andati. Una serenità che non è più parte della nostra frenetica società. E Marco ferma il tempo, ci riconduce alla ragione, alla ricerca di noi stessi, di quelle che dovrebbero essere le aspirazioni delle nostre anime, svincolati da un modo di vivere tentacolare che, quando ti ha afferrato, non ti lascia più e domina la tua vita. Il mondo rappresentato da Marco Spaccesi è quello dove le persone avevano un sogno, se lo tenevano stretto a simbolo di una ragione esistenziale. Un sogno che ritroviamo negli anacronistici palloncini colorati, quelli che i personaggi dipinti da Marco tengono in mano, stringendo un filo che impedisce loro di volar via, lontano, lassù nel cielo ma, nello stesso tempo, donano levità alla vita delle persone. Personaggi seduti su uno scalino, a godersi il sole o la notte avanti casa… oggi sogno d’altri tempi. Spaccesi scolpisce anche vecchi mattoni, recuperati da costruzioni del ‘300, del ‘400, impregnati di storia e di storie. Mattoni vivi, vive tegole medievali in cui riscrive la storia della città amata scolpendo in bassorilievo scorci e porte e monumenti. Nel suo studio c’è un vecchissimo sportellone sforacchiato dai tarli: Marco di questo, come accade per gli antichi mattoni, ha captato la vibrazione e l’impulso irrefrenabile di recuperarlo, di rubarlo alla polvere del tempo facendo sì che possa continuare a narrare la sua storia, liberato dai tarli e istoriato.

Fernando Pallocchini

 

 

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