L’opinione di Paolo D’Arpini: i motivi per cui voterò “No” al referendum

La legge approvata, l’8 ottobre 2019, in via definitiva, dal Parlamento, sulla riduzione del numero dei parlamentari è illegittima in quanto noi cittadini abbiamo già ottenuto la maggioranza nel referendum analogo proposto appena nel 2016 per annullare un altro tentativo di espropriazione … e se ne sono “dimenticati” i nostri cari parlamentari… ma loro, quantomeno, hanno una perversa volontà strategica e tentano attivamente di sottrarci i nostri diritti, viceversa chi assiste inerte e passivo è un ignavo senza futuro.
Un misero risparmio – Perché dovremmo apprezzare un governo che distrugge il 35% di rappresentanza democratica parlamentare con la scusa di “risparmiare” 100 milioni l’anno (equivalenti a un cappuccino pro capite a Natale) mentre annuncia pubblicamente 7 miliardi annui di nuove spese militari, equivalenti a mezzo punto di pil, per accontentare la Nato, acquistando armi straniere? Equivale a un quarto del misero deficit del 2,04% che se ne va in F35.
Gli “usurati” – Votando  sì al referendum  si procede in linea con i  precetti del Piano di rinascita nazionale (più noto come P2), diminuendo la rappresentanza popolare di Camera e Senato. Il risparmio ventilato  sono solo  bruscolini rispetto a quanto viene sottratto alle casse dello stato, 85 i miliardi pagati nel 2018 quali interessi sul debito pubblico, diviso 365 giorni fanno 220 milioni di euro al giorno. Questo per chiarire quanto i proprietari della moneta tengano per la gola i loro “usurati” e di che pochezza siano i nostri governati, compresa la sedicente “opposizione”.  Già la P2 prevedeva la diminuzione del numero dei deputati ed anche l’abolizione del senato e lì Renzi ci è andato vicino.
Raddoppiare di fatto la soglia di accesso alla Camera – Scrive Massimo Villone del Coordinamento per la democrazia costituzionale: “La riduzione del numero dei parlamentari rende palesemente incostituzionale la legge elettorale vigente, comprimendo il pluralismo e provocando una inaccettabile distorsione fra la volontà espressa dagli elettori ed il risultato in termini di seggi. Per mantenere viva la rappresentanza ‘assicurando il pluralismo politico e territoriale’, l’unica strada è quella di adottare un sistema elettorale proporzionale, che garantisca ai cittadini l’eguaglianza nell’espressione del voto e la libertà di scegliersi i propri rappresentanti e quindi non è accettabile raddoppiare di fatto l’attuale soglia di accesso alla Camera…”.
Il precedente storico – L’unico precedente di riduzione parlamentare, in Italia, si è registrato nel 1929, quando il fascismo diminuì i rappresentanti da 535 a 400. Coerentemente proprio con l’idea che se uno solo comanda vuol essere disturbato da un minor numero di voci. Ma questa si chiama dittatura, non pluralismo democratico…
Se la volontà di diminuire il numero dei parlamentari, da parte delle forze sedicenti democratiche sedute in Parlamento, è legata al “risparmio”, allora si risparmi sugli stipendi e sulle prebende e sui privilegi e sui vitalizi dei parlamentari stessi…
Il perché del mio “No” –
Meno rappresentanti = meno democrazia = meno potere del popolo = contiamo sempre meno. È questo che volete davvero? Io no di sicuro, pertanto  andrò a votare  al Referendum Costituzionale, il 20 settembre 2020  e voterò “NO”!

Paolo D’Arpini

2 agosto 2020

Sii il primo a dire che ti piace

Commenti

commenti