Un articolo pubblicato dal Carlino su Ancona alcuni giorni fa, risolve un piccolo mistero: sapevamo, dalla testimonianza dei frequentatori della chiesa di San Giovanni in Macerata (da lungo tempo chiusa per restauri) da noi raccolta direttamente, che uno degli altari, il secondo a sinistra, era dedicato a San Leone IV papa, e che conteneva anche una cassettina con le reliquie.
Nel primo libro “Macerata Sacra”… c’era – Ne parlò Otello Gentili nella prima edizione del 1948 di “Macerata Sacra”, dove spiegava che queste reliquie si trovavano in origine in una chiesa –ora non più esistente- nel cimitero di Macerata. Nel 1813 furono portate nella chiesa di San Giovanni.
Nel secondo libro “Macerata Sacra”… sparito – Da qui al 1967, anno della seconda edizione del libro, le notizie diventano confuse: nella seconda edizione di “Macerata sacra” non compare più la notizia della presenza di Leone IV, e nel frattempo l’organo preposto pone il dubbio sulla autenticità delle reliquie.
Papa Leone IV ufficialmente è a Roma – Sì, perché ufficialmente papa Leone IV dovrebbe trovarsi in San Pietro a Roma, vicino a Leone I, Leone II e Leone III, solo che mentre le spoglie dei primi tre sono certificate, le ossa del presunto Leone IV erano state trovate vicino agli altri, ma prive di elementi di riconoscimento. Molto strana l’impossibilità di avere notizie su queste reliquie da parte della Curia di Macerata, con il risultato che invece di favorire l’oblio, stimola la curiosità e una domanda spontanea: come ci stavano le reliquie di un papa a Macerata?
Leone IV “era” a Macerata – Ma andiamo avanti con la storia: dalle notizie che abbiamo, Otello Gentili intorno al 1960 trasferisce la cassettina da San Giovanni al Duomo di Macerata, e in seguito il parroco di Montecarotto Giuseppe Carloni, futuro monsignore, riuscirà a farsela consegnare e a portarla a Jesi, nella parrocchia di San Francesco di Paola. Nel 2013 un nuovo trasferimento: Monsignor Giuseppe Quagliani le depone nel duomo di Jesi, dove si trovano ora.
Spunta la chiesa di Consalvi – Dalla documentazione descritta nell’articolo del Carlino le reliquie non furono prelevate dal duomo di Macerata, ma dalla Chiesa di Consalvi. A questo punto sarebbe interessante consultare le relative corrispondenze dell’archivio diocesano di Macerata.
Per far “quadrare” la storia? – Comunque, alla domanda: come mai queste reliquie si trovano nelle Marche, la spiegazione Jesina è che nel 1500 furono i gesuiti a prendere la cassettina e portarla a Macerata, con quale autorità e per quale motivo “proprio quelle” non sappiamo, e non sappiamo neanche se questo risulta da documenti o è una deduzione per far “quadrare” la storia.
Una imbarazzante nebbiolina – Con le migliaia di reliquie presenti nelle chiese di Macerata, Monsignor Carloni voleva così tanto proprio queste, convinto della loro autenticità, al contrario di Macerata, dove la presenza di un papa evidentemente non è ritenuta cosa straordinaria, anzi, tutt’al più imbarazzante, tanto che la storia è immersa in una nebbiolina fatta di “c’è – non c’è – è vero – è falso” in barba ai documenti gelosamente custoditi in archivio.
Simonetta Borgiani
18 luglio 2020