C’è molta nebbia, troppa, intorno al Covid Center di Civitanova Marche e, al di là delle polemiche do ogni genere che sono sorte nelle ultime settimane, c’è chi chiede a gran voce “chiarezza” e vuole capire che fine ha fatto la quota sostanziosa di fondi pubblici destinati a questa opera.
Interviene sull’argomento Fabio Sebastianelli, coordinatore regionale del Popolo della Famiglia, che pone alcune domande.
1 – Terapie intensive – Il Presidente Ceriscioli afferma che le terapie intensive degli ospedali non nascono per i pazienti Covid, e che questo centro libererà 17 posti di terapia intensiva ospedaliera, diminuendo il numero dei medici necessari. Fosse così, perché il Nursind ( Sindacato Infermieri) forte della professionalità e dell’esperienza acquisita nei reparti, pone dei dubbi sulla apertura del centro marchigiano, mentre quello di Milano chiude?
2 – Il Piano Pandemico regionale datato 2007 – Ceriscioli afferma che nel piano pandemico del 2007 erano previsti almeno 300 posti di terapia intensiva e dice: “Grazie a questa struttura arriviamo proprio a quel numero. Ci siamo resi conto che una struttura del genere alla nostra Regione serve, è provvisoria la sua collocazione qui alla fiera di Civitanova, come abbiamo sempre detto. Ma dovremo ragionare su dove e come realizzarne una in pianta stabile”. Quindi dal 2007 esiste un progetto per aumentare posti letto in terapia intensiva e ci sono voluti 13 anni e una pandemia ( anzi la fine di una pandemia) per iniziare a realizzarli? Oltretutto in maniera provvisoria?
3 – Fondi privati e fondi pubblici – Il Covid Center è stato realizzato richiedendo fondi privati e con 5 milioni della Banca d’Italia. In pratica la Regione, dovendo ricorrere ai privati, ha ammesso di non poter far fronte con i propri mezzi all’emergenza. Per quali motivi? Mancanza di soldi o troppa burocrazia? La mancanza di soldi non è accettabile, al limite potrebbe essere comprensibile. Ma la troppa burocrazia è totalmente inaccettabile! È la dimostrazione di come un sistema creato per mantenere se stesso, sia inutile e dannoso per lo Stato e per la società.
4 – Trasparenza sui fondi pubblici – Visto che soldi pubblici sembra siano arrivati (i famosi 5 milioni di euro della Banca d’Italia), mi trovo costretto come coordinatore regionale del Popolo della Famiglia e come cittadino a tornare a ribattere sulla necessità di trasparenza. A chi sono stati dati quei soldi? È vero che, come citato in uno degli articoli scritti sull’argomento, sono stati affidati direttamente a un soggetto privato, il Cisom? Che, ricordiamo, è il Corpo Italiano di Soccorso dell’Ordine di Malta, una fondazione di diritto melitense con finalità di protezione civile, sociale, sanitario assistenziale, umanitario e di cooperazione, strumentale al Sovrano Ordine di Malta. È vero? Allora, su quali presupposti i soldi pubblici sono stati affidati a privati? E, infine, come sono stati spesi?
Queste sono domande a cui si devono dare risposte chiare, perché la distribuzione e l’utilizzo dei soldi pubblici è affare pubblico e i cittadini ( i veri e unici proprietari dei soldi pubblici) hanno diritto di sapere.
19 maggio 2020