Il Covid100 di Civitanova è completato e sembra pronto per essere utilizzato, ma non si ha ancora alcuna notizia in merito al personale che vi sarà impiegato, perché il bando che chiedeva ai medici la disponibilità volontaria di impiegarsi nel centro di Civitanova è andato deserto: dove sarà reperito il personale medico per la nuova struttura? Si sta parlando di precettazione?
In sintesi è la domanda che si pone il capogruppo Fdi in Consiglio regionale, Elena Leonardi, vicepresidente della Commissione Sanità, che afferma: “La Regione deve spiegare dove e come pensa di reperire i medici e il personale necessario al funzionamento della struttura che sembra in procinto di essere aperta. Per questo nei giorni scorsi ho presentato una interrogazione al Governatore Ceriscioli, Assessore alla Sanità, che deve subito fare chiarezza dopo che il bando che chiedeva ai medici la disponibilità volontaria di impiegarsi nel centro di Civitanova è andato deserto. Il timore del comparto sanitario marchigiano infatti è quello che per dotare il nuovo Covid Hospital del personale necessario si vadano a depotenziare i reparti della Sanità ordinaria degli ospedali del territorio regionale. Preoccupazioni che in particolar modo arrivano dal personale dell’ospedale di Civitanova che per vicinanza rischia di essere quello più coinvolto nella gestione dei pazienti Covid. Il Governatore deve spiegarci come pensa di trovare il personale, quanto ne ha previsto, quali modalità ha intenzione di attivare per reperirlo e da quali strutture provenga. Sarà necessario avere queste informazioni per capire non solo la funzionalità del progetto Covid100 ma anche per comprendere quale impatto avrà sul sistema sanitario regionale nel suo complesso. Il presupposto della nascita del centro unico Covid infatti non è solo quello di avere un punto di riferimento per i malati di Coronavirus, ma anche quello di un graduale ritorno alle piene funzionalità delle altre strutture ospedaliere marchigiane. Da settimane leggiamo sui giornali gli appelli accorati dei medici e delle associazioni di professionisti che chiedono alla Regione e a Ceriscioli di essere ascoltati e coinvolti nella pianificazione di questa fase così delicata per l’intero sistema sanitario regionale. Un coinvolgimento, quello dei professionisti e addetti del settore, che è mancato all’inizio, quando si ponevano le basi del progetto, e che continua a mancare anche in questa fase di reperimento dello stesso personale sanitario. Dispiace dover costatare, anche in questa situazione emergenziale e difficile, che per l’ennesima volta la sanità marchigiana viene gestita con assoluto distacco dalla comunità, come una imposizione sul territorio che la deve subire, e sull’intero comparto sanitario, che se ascoltato avrebbe potuto indicare meglio di chiunque altro la via migliore da seguire. E proprio il fatto di non averli coinvolti, è la ragione per cui oggi tutti i nodi stanno venendo al pettine”.
17 maggio 2020