La storia di Giulia da Varano e del dipinto rubato e ritrovato

Il dipinto dell’artista tardo rinascimentale Dosso Dossi raffigurante l’ultima duchessa di Camerino, Giulia Da Varano bambina, è tornato a casa, nella sua Camerino. È uno dei tredici dipinti della collezione dei Da Varano che venne rubato 39 anni fa, tra il 12 e il 13 settembre 1980. L’opera, di grande valore a livello nazionale, faceva parte del nucleo di 44 quadri acquistati dal Comune di Camerino nel 1860, una selezione con cui fu fondata la Pinacoteca camerte.

A riportarla nella città ducale sono stati i Carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale di Genova, che sono arrivati al quadro al termine di una lunga indagine.

Passo dopo passo è stato spiegato il percorso che ha condotto fino all’opera di Dosso Dossi, rinvenuta in una galleria di Padova, dal Comandante Antonio Quarta: “Indizi inconfutabili e la conferma che si trattasse proprio del dipinto in questione hanno rappresentato un momento bellissimo e siamo contenti di restituire quello che per la città è il tassello di un grande mosaico”. Infatti “Giulia Da Varano” s’inserisce in un progetto molto più ampio denominato “La Bellezza ritrovata, i luoghi della città” il cui scopo è mettere in collegamento fra loro i luoghi fruibili di Camerino.

Sarà un collegamento fisico e artistico tra San Venanzio, il Deposito Venanzina Pennesi dove l’opera sarà custodita con le altre salvate dal terremoto, il Planetario di Unicam e la mostra all’Archivio di Stato.

Chi era Giulia Da Varano? Giulia Da Varano era una nobile italiana, nata a Camerino il 24 marzo del 1523 e deceduta giovanissima a Fossombrone il 18 febbraio 1547, ad appena 24 anni. Figlia del Duca di Camerino, Giovanni Maria Da Varano, e di Caterina Cybo fu Duchessa di Camerino e Duchessa consorte di Urbino avendo sposato nel 1534 Guidobaldo II Della Rovere, Duca di Urbino. Un matrimonio tra due famiglie potenti delle Marche. Alla morte del padre, avvenuta nel 1527, ne ereditò il titolo nobiliare di Duchessa di Camerino pur se, in effetti, il potere era retto dalla madre, almeno fino al 1535 quando dovettero cedere formalmente l’amministrazione al papato, segnando la fine della indipendenza di Camerino. Un anno dopo, 1536, la Duchessa Giulia fu costretta a cedere i diritti a Papa Paolo III per 78mila scudi. Alla sua morte il corpo fu tumulato, dopo un sontuoso funerale,  nella chiesa di Santa Chiara a Urbino. La sua salma fu riesumata nel 1999 e fu recuperato il pregevole abito che faceva parte del corredo funerario.

Cinzia Zanconi

23 febbraio 2020

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