Un articolo per riavvicinarsi alla natura, per riscoprire antiche usanze e vecchi mestieri, ritualità dimenticate, riconoscere e raccogliere le erbe spontanee per l’autoconsumo…
Stella Schiavon
Stella Schiavon, ricercatrice, raccoglitrice e panificatrice, è nata a Villa Adriana nel 1986 (Roma). In Bretagna grazie a Nicolas Supiot, maestro del pane, ha imparato l’arte della panificazione nella madia con i grani locali e la pasta madre di tritello. Dal 2015 si dedica al recupero e alla coltivazione di vecchie varietà di grani locali e alla panificazione a pasta madre nel forno a legna di famiglia. Nel 2016 incontra Maria Sonia Baldoni, fondatrice delle Case delle Erbe, nel tempio di Persefone a Locri Epizefiri.
Maria Sonia Baldoni, la Sibilla delle Erbe
Maria Sonia Baldoni, la fondatrice, contribuisce da 20 anni a creare e diffondere una piccola economia legata al mondo delle erbe spontanee per l’autoconsumo e per far rinascere un vecchio mestiere, quello del raccoglitore, figura lavorativa che porta economia a piccole aziende di trasformazione delle erbe e attività formativo-didattica che coinvolge studenti e ragazzi delle scuole, in tutta Italia. Conosciuta come Sibilla delle Erbe, si dedica ai percorsi di riconoscimento e alla raccolta di erbe e bacche spontanee, al tramando degli usi e delle tradizioni sulle erbe dall’antichità ai giorni nostri e al tramando delle cerimonie che segnano il ciclo dell’anno.
Il progetto: “La via delle erbe e la via del pane”
I primi forni riattivati sono stati quello di “Kore – Casa delle erbe e del pane di Villa Adriana” (dove vive Stella), e quello di Amandola sui Monti Sibillini, presso la “Casa delle Erbe della Sibilla” (dove risiede Maria Sonia). Dall’incontro è nato il progetto “La Via delle erbe e la Via del Pane”, per la riattivazione dei forni a legna con la panificazione rituale a pasta madre e il racconto del mito di Kore, la Dea delle stagioni celebrata nei riti agricoli più importanti dell’antichità: i misteri eleusini.
Ri-conoscenza, ri-attivazione
La “Via delle Erbe e la Via del Pane” è un cammino di conoscenza della natura e dei suoi cicli attraverso le giornate di riconoscimento nelle quattro stagioni di erbe, bacche spontanee e alberi del luogo, la riattivazione dei forni a legna con la panificazione rituale a pasta madre di tritello accompagnata dal suono e dal mito delle stagioni di Kore Persefone. Per i nostri antenati, la raccolta delle erbe selvatiche e la produzione del pane con la pasta madre, rappresentavano la base dell’alimentazione e la principale fonte di guarigione per tutta la comunità. Oggi, chi vive secondo Natura riconosce la importanza delle erbe spontanee come cibo di guarigione e sta recuperando le vecchie varietà di grani locali per tutelare la biodiversità e la salute delle future generazioni.
Le piante selvatiche
Le piante selvatiche sono dette “bioindicatrici” perché ci informano sullo stato di salute della terra, sono ricche di sostanze nutrienti e terapeutiche, sono gratis e disponibili per chiunque abbia la buona volontà di imparare a riconoscerle e a raccoglierle. Le vecchie varietà di grani locali a taglia alta, a differenza dei grani moderni nanizzati, non competono con le erbe spontanee e non hanno bisogno di erbicidi, fungicidi e ammendanti per crescere, sono più digeribili e pregiate a livello sensoriale. A tavola, il pane a pasta madre con le erbe selvatiche, presente nella tradizione di tutte le regioni d’Italia, ci fornisce una base per un’alimentazione sana e contribuisce, con i lattobacilli presenti nella pasta madre, a mantenere in salute la nostra flora intestinale. Mangiando il pane con le erbe integriamo tutti gli aspetti della natura e della sua ciclicità, tuteliamo la biodiversità e portiamo Abbondanza nella nostra vita attraverso un cibo di guarigione, ricco di vitalità, che ci aiuta a sviluppare una coscienza libera.
La panificazione rituale: alimento e “segno”
Durante le giornate di panificazione rituale, accompagnati dal canto e dal suono, parliamo dell’uso, dei miti e delle tradizioni delle piante dall’antichità ai giorni nostri, accendiamo il forno per risvegliare la memoria del luogo in cui siamo, e prepariamo il pane con l’acqua delle erbe per celebrare la unità della Madre Terra, affinché la memoria del gesto non vada persa. Il pane rituale e il mito di Kore rappresentano le due funzioni: quella di alimento e quella di “segno”; sono entrambe insite nel pane, sia esso rituale che usuale, così da conservare a livello cerimoniale la sua funzione di sussistenza, così come al livello quotidiano la sua valenza simbolica.
Il mito di Kore
Nel mito greco Kore è una fanciulla, figlia di Demetra “la Madre Terra”. Nella leggenda si narra che mentre Kore stava giocando con le sue sorelle (Atena e Artemide) colse un fiore di narciso, la terra si aprì e comparve Ade, il dio degli Inferi. I due si guardarono negli occhi e si innamorarono. Così Ade prese Kore con sé e la condusse nel suo regno sotterraneo. Quando Demetra, la madre terra, si accorse della sua scomparsa, iniziò a vagare per nove giorni e nove notti e la terra smise di fiorire e di dare frutto. Durante il suo peregrinare Demetra venne accolta da una ricca famiglia di Eleusi e divenne la nutrice del loro bambino, che esponeva ogni notte al fuoco per farlo diventare immortale. Una notte la madre del bambino se ne accorse e gridò spaventata. Demetra, a quel punto, si rivelò nella sua natura di Dea e l’intera famiglia, per scusarsi dell’accaduto, fece costruire un tempio in suo onore. Nel frattempo Demetra aveva saputo da Ecate, la Dea della luna e dei crocicchi, dove si trovava Kore e chiese a Zeus, il padre degli Dei, di restituirle la figlia. Zeus acconsentì ma avendo Kore mangiato i chicchi di melograno, il frutto del regno dei morti, fu costretta a tornare sulla terra solo sei mesi l’anno, i restanti sei mesi avrebbe dovuto regnare col nome di Persefone, la regina degli Inferi, accanto al suo sposo. Come segno di riconoscenza per averla ospitata Demetra insegnò alle famiglie di Eleusi i riti agricoli detti Misteri Eleusini.
Il culto di Kore
Il culto di Kore in Italia ha radici antichissime (VII sec. a. C.). Secondo Diodoro Siculo uno dei più importanti santuari dedicati alla Dea si trovava in Calabria, a Locri Epizefiri, dove tra il 1908 e il 1911 Paolo Orsi riportò alla luce i luoghi di culto dedicati alla Dea e i famosi ‘pinakes’ le tavolette di terracotta raffiguranti il mito di Kore, attualmente custoditi nei musei di Locri e di Reggio Calabria. Questo mito veniva raccontato durante i Misteri Eleusini, i culti agricoli per la fertilità della terra e la riproduzione della comunità che si svolgevano in tutto il Mediterraneo fino al 300 d. C., quando vennero vietati e sostituiti con altri riti. Il mito di Kore rappresenta il mistero ciclico della natura e delle sue trasformazioni.
Estate / autunno – vita/invecchiamento: all’inizio del mito Kore (la fanciulla = natura vergine) sta raccogliendo i narcisi… quando all’improvviso, dalle profondità della terra, spunta Ade, il Dio degli Inferi, che la porta nel suo regno. Ecate (l’anziana = la natura morta/il seme maturo) assiste alla scena e avvisa Demetra.
Inverno / primavera – morte/rinascita: Demetra (la natura madre) si dispera e minaccia Zeus di non far più crescere le piante (inverno) finché non le restituirà la figlia… Zeus acconsente, ma Kore ha mangiato il cibo dei morti (il melograno). Kore si trasforma in Persefone, la regina/sposa di Ade. Potrà passare con sua madre solo 6 mesi l’anno.
Primavera / estate – rinascita/vita: A primavera Kore, come la semente di grano, si rigenera. Quando Persefone torna dalla madre (Demetra), la natura fiorisce e si carica di frutti (estate).
Il rito eleusino
Nel suo significato più esteso il rito eleusino è un’azione sacra che si svolge secondo delle regole accettate dalla comunità, allo scopo di trovare una forma di comunicazione con le forze soprannaturali che ci circondano. Tra i riti principali comuni a tutte le religioni sono da ricordare: quelli di passaggio, di purificazione e di partecipazione. Nell’antichità era vietato parlare del rito eleusino. Sappiamo solamente che gli iniziati partecipavano a una processione lungo la Via Sacra che andava da Atene a Eleusi. Dopo essersi purificati nell’acqua entravano nel tempio delle Dee e assistevano al mito di Kore. Durante il rito si beveva il ciceone, una birra a base di orzo ed erbe, e si mangiavano i melloi, pani dolci di sesamo e miele a forma di ciambella.
La Rete delle Case delle Erbe
La Rete delle Case delle Erbe è un movimento nato a Capracotta nel 1990 e in costante crescita: attualmente esistono più di 40 sedi sparse in tutte le regioni d’Italia e si stanno diffondendo anche all’estero, in particolare in Cile e Romania. Nelle Case delle Erbe ci sono persone che imparano a riconoscere e utilizzare le erbe spontanee durante tutto l’anno, e sono in grado di aiutare altri a fare altrettanto. A volte il progetto di una nuova Casa delle Erbe, fa nascere una piccola comunità di persone del luogo, che possono anche decidere di abitare insieme. Sempre si tratta di un percorso di maggiore attenzione alle particolarità e vocazionalità naturalistiche del proprio territorio. Interessante è anche un altro aspetto: la rete delle Case delle Erbe costituisce una specie di comunità trasversale ai luoghi, in cui la diversità e la creatività hanno il loro spazio, e l’unità è data da uno spirito di nonviolenza, attenzione, rispetto, cura e gratitudine per i doni della natura.
Info
Per info e curiosità sulle giornate di riconoscimento e raccolta di erbe spontanee e panificazione rituale scrivere a:
laviadelpane8@gmail.com; casedelleerbe@gmail.com.
blog: http://viverecongioia-jes.blogspot.com/
pagine facebook : Maria Sonia Baldoni; KORE Casa delle erbe e del pane di Villa Adriana.
A cura di Stella Schiavon
28 dicembre 2019