Macerata, il “Bonus Bebè”? È solamente un palliativo

Riceviamo e pubblichiamo, da Francesca D’Alessandro della lista civica “Macerata nel Cuore” recentemente confluita in Fratelli d’Italia.

 

Bonus Bebè

Il “Bonus bebé” di 300 euro (250 euro dal Comune e contributo di 50 euro da APM) ) da spendere nelle farmacie comunali per i nati nel 2019, o per i bambini presi in adozione, è stato presentato a Macerata dalla Giunta di centro-sinistra come un atto che testimonia una particolare attenzione nei riguardi delle famiglie, mediante azioni specifiche per garantire condizioni di benessere alle stesse. Premesso che ogni aiuto economico è utile, non è pensabile però che questo “Bonus Bebè” possa passare come un’azione che denota una “particolare attenzione” alle famiglie.

 

Il problema di fondo è la denatalità

Tante e complesse infatti sono le problematiche che investono la cellula base della società, in primis la denatalità.

Non si fanno più figli e le motivazioni sono di due ordini: uno di carattere culturale e un altro di ordine economico. Disoccupazione, precarietà lavorativa, mancanza di aiuti soprattutto nel caso che la donna lavori, inducono tante coppie a non fare figli.

Le famiglie con più figli invece, in modo particolare se monoreddito, faticano a far fronte alle numerose spese, esigenze e bisogni.

 

Ben altri sono i provvedimenti da prendere

I provvedimenti che un’amministrazione potrebbe prendere per mettere realmente al centro la famiglia sono quindi molteplici: dagli asili nido gratuiti, alle agevolazioni sulle rette scolastiche, dalle tariffe più convenienti sul trasporto urbano ai bonus per l’acquisto dei libri, alle convenzioni con società sportive.

Tali agevolazioni potrebbero essere differenziate sulla base non solo e non tanto dell’ISEE, che molto spesso risulta un criterio eminentemente assistenzialistico, ma soprattutto sulla composizione dei nuclei familiari, dove quelli composti da più soggetti hanno un potenziale economico più favorevole.

Andrebbe quindi sostenuta tutta quella fascia della cittadinanza che fa fatica, se non con enormi sacrifici, a pagare asili nido, mense e tanti altri servizi e bisogni legati alla crescita dei figli. Non considerando poi il fatto che, a causa di spese troppo alte, spesso le donne sono costrette a rinunciare al proprio lavoro per accudire la prole.

 

Cosa c’è da fare

È necessario perciò promuovere un modello organico di politiche familiari che siano di supporto alle famiglie e di incentivo alla natalità, prevedendo risorse nei diversi settori (trasporti, servizi, assistenza, casa, lavoro, ecc.) in sinergia con altri soggetti pubblici e privati.

Fratelli d’Italia sta lavorando a un progetto sulle famiglie, secondo una logica di sussidiarietà verticale e orizzontale che punti a costruire un welfare locale, dove tutti gli attori abbiano come obiettivo comune il benessere familiare in tutte le fasce di età.

Francesca D’Alessandro – Fratelli d’Italia Macerata

11 dicembre 2019

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