Un cieco sta seduto sui gradini più bassi di una chiesa ed è lì per chiedere la elemosina ai passanti. Sentendo due uomini avvicinarsi, drizza le orecchie e sente che parlano fitto fitto e con calore di laute cene e dei vari cibi prelibati serviti in quelle cene.
Il cieco allora si rivolge a loro dicendo: “Sòri cannònici, faciàte la carità, so’ um bòru cécu e ‘llu car’Iddio ve ne rennerà mmeritu!” (Signori canonici, fate la carità, sono un povero cieco e il caro Iddio ve ne renderà merito!).
I due passanti, che effettivamente erano due preti, si fermarono interdetti e chiesero: “Virbande, come ffai a chiamàcce cannònici se non ge vidi? Allora non è vviro che ssì cécu!” (Birbante, come fai a chiamarci canonici se non ci vedi? Allora non è vero che non sei cieco!”).
“Sicunno li discursi che ffà, io rcapìscio le persó’ – spiegò prontamente il cieco – e vvuatri jéte parlènno de pappate…” (A seconda dei discorsi che fanno io capisco le persone e voialtri andate parlando di mangiate…”).
18 ottobre 2019