Gli uomini hanno sempre avuto bisogno d’intermediari con il soprannaturale: vedi i Profeti del Vecchio Testamento, le Cassandre, le Sibille, le varie indovine della mitologia (greca, italica, latina), le Veggenti della religione (non solo cattolica) e gli Illuminati delle varie sette e congreghe. Nella civiltà “Quattro Punto Zero” ci affidiamo agli oroscopi, ai maghi, alle fattucchiere e alla cabala. Spesso i dotti si sono impegnati a giustificare le vecchie interpretazioni adeguandole alle necessità del momento. Questo vale anche per le Sibille. I testi da consultare sono molti; tra essi:
La Città di Dio di Sant’Agostino, nato a Tagaste nel 354 d.C. morto in Ipppona nel 430 (Numidia – Algeria).
Le sibille e i profeti sono più volte citati, come si desume dall’indice: Cristo suo Sacerdozio e Passione, predetti ne’ Salmi / nei libri di Salomone / delle Sibille / da molti Profeti / Sibille loro libri che generi di Oracolo contenevano / Sibilla Samia a tempo di Numa Pompilio / Cap XXIII la Sibilla Eritrea, comparsa al tempo di Romolo, Sue Profezie toccanti Gesù Cristo / Cap. XXIV, Dei sette Savi / Sibilla Samia. Vi è anche riportata la prima parte di una Egloga di Virgilio “Ultima Cumae venit jam carminis aetas” (l’ultima età predetta dalla Sibilla di Cuma è venuta…). Nel capitolo XVII: Dei mali che afflissero i Romani dopo ch’ebbero cacciati i loro Rè, senza che gli Dei, che essi adoravano, procurassero di liberargli. Sant’Agostino, citato Sallustio, elenca una serie di sventure socio-economiche e militari, alle quali aggiunge: “A tanta strage ne succedé una malattia assai strana, che si attaccava alle femmine… (le quali) morivano incinte prima di potersi sgravare del loro frutto… senza che la presenza di Esculapio servisse a nulla… allora Esculapio si scusa con dire, ch’esso era Medico, e non Levatrice (Archiatrum, non obstetricem prositebatur). Il male medesimo si distese alle pecore, che ne morivano in così gran numero, che sembrava, che la razza se ne dovesse estinguere” (forse una pandemia di Brucellosi?). Che dirò io di quell’Inverno memorabile, in cui il freddo fu così rigido, che le nevi rimasero prodigiosamente alte nelle strade di Roma per lo spazio di quaranta giorni:… e il Tevere si ghiacciò?”.1Anche in quelle circostanze, si ricorse ai “Libri delle Sibille, ch’è un genere di Oracoli, ne’ quali, come dice Cicerone, più (ci) si rapporta alle congetture di quelli che le interpretano, com’essi possono, ovvero com’essi vogliono: Ut possunt, seu volunt”. L’interpretazione di quei fatti fu vaga per salvare Esculapio“dalla taccia d’ignoranza, ovvero d’una negligenza vergognosa”.
Etimologia o origini di Isidoro di Siviglia (1560-1635):
“Un uomo che ha facoltà di predire il futuro è detto Vate o Profeta, così una donna che ha la stessa facoltà è detta Sibilla senza alcun riferimento al significato del vocabolo”. Ma poco prima afferma che Sibilla, dal greco, potrebbe equivalere a “mente di Dio”.
Selva di varia lettione di Pietro Messia2 Sivigliano (Prima edizione nel 1540, poi nel solo 1500, 30 ristampe).
ll capitolo XXXI è dedicato alle Sibille: “Che donne furono le Sibille, e delle loro profezie, massimamente di quel che hanno detto della Religione Christiana”. – “La Istoria delle Sibille è generalmente havuta per certa, perciò che ogn’un sa, che hanno profetizzato molte cose, però particolarmente quando fossero, come, quando, profetizzassero niun saprà se non colui ch’avrà letti i libri antichi… par cosa meravigliosa contemplare il dono di Profezia, che queste donne hebbero da Iddio in molte cose, quanto particolarmente profetizzarono l’avvenimento di Christo, la sua vita, e Passione, e altri grandi misteri della Santa Fede nostra … Tanti Autori Greci, e Latini scrivono di esse … i più principali: Diodoro Sicolo, Plinio, Solino, Servio, Martian Capella, Lattantio Firmiano, Eliano, Suida, Strabone, Marco Varrone, Virgilio con la maggior parte di tutti i Poeti, Agostino, Eusebio, Orosio, e la maggior parte degli Istorici Christiani scrivono & trattano di esse Sibille…: Lattanzio nelle sue Instituzioni le chiama consiglio d’Iddio. Svida le chiama profetesse. Quante sieno state queste donne non si accordano gli autori, nemmeno a quei tempi, perché chi ne pongono più, e chi meno. Martiano Capella non fa menzione se non di due, altri ne mettono quattro com’è Eliano e Marco Varrone ne pone 10… La prima della qual si fa memoria, fu di Persia chiamata Sambetta, … altri dicono… Caldea & chi dicono, che fu Giudea, nata in una città presso il mar Rosso detto Noè… scrisse 24 libri in versi, ne’ quali disse cose meravigliose dell’avvenimento, miracoli e vita di Christo, quantunque sotto velame e con artificio oscuro, come misterio rivelato, che tutti non havevano ad intenderlo…”. Questo autore cita anche altre sibille che scrivono testi in versi detti “eroici” non leggibili e comprensibili per quanti non sono “addetti ai lavori”.
La trionfante e gloriosa Croce (1610), di Jacomo Bosio
“…E non solamente da Profeti santi, mà anco dalle Sibille istesse, fù la flagellazione del Signor nostro Giesù Christo, mirabilmente, e chiaramente predetta… Così gli Apostoli santi, predicando a Gentili, per più facilmente cavarli fuor dalle tenebre degli errori dell’idolatria, del profano, empio culto de falsi e bugiardi Dei; per tirarli al lume della santa Fede; li solevano persuadere a leggere e studiare gli Scritti delle Sibille. Il che particolarmente far soleva il Dottore delle Genti Paolo Apostolo; come testifica Clemente Alessandrino… Le Sibille furono Donne, le quali osservando perpetua verginità, furono piene di Spirito profetico. Così chiamate, quasi Annunziatrici del consiglio e del voler di Dio… Onde San Girolamo laudando la Verginità, in proposito delle Sibille, così argutamente disse: Sibyllarum insigne virginitas est, et virginitatis premium divinatio (la verginità è caratteristica delle sibille e la facoltà di prevedere il futuro è il premio della verginità). La verginità era un pre requisito per le Vestali e le altre sacerdotesse di vari tempi pagani. La castità, in genere, è ancora obbligatoria per le gerarchie religiose, monache comprese. Molte Sante sono salite agli onori dell’altare come vergini e martiri.
Opere di Giambattista Vico (Napoli 1668 – 1744), edizione 1834, Napoli.
“… le Sibille furono sparse per tutte le prime Nazioni, ed è Volgar Tradizione, che le Sibille … e gli Oracoli per tutte le Nazioni pur in verso eroico davano le risposte, onde tal verso da Greci fu detto Pizio, dal loro famoso Oracolo d’Apollo Pizio, il qual dovette così appellarsi dall’ucciso serpente, detto Pitone3… il primo verso spondaico, da Latini fu detto verso Saturnio4, come ne accerta Festo, che dovette in Italia nascere nell’Età di Saturno, … ed Ennio appo il medesimo Festo dice, che con tal verso i Fauni5 rendevano i Fati ovvero gli Oracoli nell’Italia… forse perché così naturalmente si parlava in tali versi Saturnj giambici, come innanzi si era naturalmente parlato in versi Saturnj eroici… e San Girolamo vuole, che ‘l Libro di Giobbe, il qual’è più antico di quei di Mosè, fusse stato tessuto in verso eroico…”. I resti del tempio di Apollo sono visibili a Delfi, in Grecia, sul monte Parnaso. Delfi era un importante centro religioso e viario. In età preromana gli scambi culturali ed economici, tra la Grecia e la costa adriatica6, erano consueti.
Introduzione al simbolo della fede, di Luigi Granata (1504 – 1588) tradotto dal catalano, ed. Venezia, 1703
“Sibille furono dieci cioè: Cumea, Cumana, Persica, Elespontica, Libica, Samia, Delfica, Frigia, Tiburtina & Eritrea. La Sibilla Cumea predisse la mutazione de’ costumi da farsi dopo la venuta di Christo… Li suoi versi sono riferiti da Virgilio in un’’Egloga , e confrontano con le profezie d’Esaja…(e recarono) ammirazione, a Costantino Imperatore…”. Nei tempi passati era abbastanza frequente sentir dire “vecchia come la Sibilla”, sia quando si voleva dare un giudizio su asserzioni (note a tutti), sia quando si voleva stimare l’età di una persona. Quegli uomini, spesso analfabeti, sapevano che le Sibille erano antiche come il mondo e che esse avevano chiesto, alle entità superiori, l’eternità; non la giovinezza. Ma i nostri pittori (dal 1500 in poi) le hanno, quasi sempre, rappresentate in forma smagliante. Il numero delle Sibille resta indefinito, alcune sono state fortunate e altre no. Spesso il loro nome deriva dalla città e/o dalla nazione in cui vaticinavano. Alcuni autori collocano, in Campania, la sibilla Cumana, la Cumea e la Cummeria. Sembrano un po’ troppe: mistero sibillino.
Note
1 – Fu un vero cambiamento climatico. Ma smentisce la teoria che il “riscaldamento globale” sia dovuto all’inquinamento dalla combustione di fossili (opifici, dei mezzi di trasporto, sistemi di riscaldamento). Ma lo straordinario clima di Roma, forse, non fu causato dai gas di scarico dei motori delle bighe e forse per lo stesso motivo l’Egitto dei Faraoni non diventò un deserto sconfinato.
2 – Pedro Mexía (Siviglia, 1497 – Siviglia, 17 gennaio 1551), enciclopedista scientifico, matematico , astrologo, cosmografo, storico, cronista reale spagnolo (Historia imperial y cesarea da Giulio Cesare a Massimiliano I d’Austria -1545).
3 – Pitone – Il nome rappresenta, nella mitologia dei Greci, un terribile drago, il quale avrebbe avuto la sua sede a Delfi, prima che ivi fiorisse la religione di Apollo e da questo dio sarebbe stato ucciso,.. (Treccani). Non è infrequente trovare che le indovine sono definite Pizie o Pitonesse.
4 – la sovrapponibilità del verso spondaico con il verso Saturnio potrebbe sembrare strana, ma va considerata ovvia; vedi anche nota 6.
5 – Vedi “Pico, Fauni, Fate, Satiri e Boccaccio” La rucola n° 238 Marzo 2018
https://www.larucola.org/2018/06/06/re-pico-tra-storia-e-leggende-fauni-fate-satiri-e-boccaccio/
6 – vedi “Correnti superficiali dell’Adriatico” La rucola n° 217, http://larucola.org/2016/08/13/correnti-superficiali-delladriatico/.
Nazzareno Graziosi
5 agosto 2019