Il Commissario Farabollini interviene sulle critiche per la mancata partecipazione alla visita papale a Camerino: “Basta sparare sui pianisti che compongono faticosamente il nuovo arrangiamento di una partitura scritta male e finora suonata ancora peggio. Parlare di assenze imperdonabili e strategia dell’abbandono fa guadagnare qualche applauso di piazza o un paio di likes, ma è irrispettoso dell’impegno costante e fattivo che il Governo e il Parlamento stanno mettendo nella ricostruzione”.
Piero Farabollini, Commissario per il sisma 2016, è amareggiato dall’ennesimo fuoco di fila innescato dalla mancata partecipazione all’incontro di Camerino con Papa Francesco.
“Si parla di strategia dell’abbandono, ma non è arrivato l’invito al Governo per la partecipazione a un evento che più mediatico non si può né da parte delle istituzioni cittadine né da parte di quelle vaticane, con cui stiamo lavorando settimanalmente all’ordinanza sulla ricostruzione delle chiese – osserva Farabollini – Sono un rappresentante del Governo, come avrei potuto partecipare in forma strettamente personale?”
L’assenza di Farabollini dunque non va tacciata di arrogante protagonismo. Farabollini ha agito nel rispetto del ruolo e dell’Istituzione che glielo ha assegnato e non ha lo stipendio da parlamentare, ma una retribuzione inferiore a quella di professore universitario.
“Quale ‘strategia’ impone di accusare di lontananza dai territori l’unico Commissario che dopo la nomina ha incontrato tutti i comitati dei terremotati? Percorro in lungo e largo i circa 8.000 km quadrati di cratere senza scorta e auto blu e non per rincorrere i riflettori, ma per essere a disposizione di istituzioni, cittadini e imprese dei 138 comuni.– spiega Farabollini – Perché lamentare che, rispetto ai miei predecessori, ho prodotto poche ordinanze visto che un’ordinanza è una norma e le norme vanno fatte quando servono, non giusto per sentirsi Mosé. Combatto ogni giorno per adeguare le ordinanze alle esigenze del territorio: ne ho emesse 12 (il ritmo è di una ogni 20 giorni circa) che vanno a sanare, modificare o integrare situazioni di criticità di quelle già esistenti. Senza parlare del DL 189/2016 che è la bibbia della ricostruzione, scritto per il cratere della scossa di agosto 2016 (territorio di un numero ridotto di comuni) e che Governo e Parlamento stanno cercando a ogni occasione di adeguare alla realtà determinata dalle scosse successive (territorio di 138 comuni)”.
Farabollini rinnova l’invito a non indulgere in atteggiamenti pretestuosamente polemici che servono solo a costruire quella visibilità mediatica di cui sono accusati i suoi predecessori. “Per quanto mondiale, la visibilità mediatica è per sua natura effimera e non aiuta i terremotati di cui ci si erge a paladini- conclude il Commissario – È falso oltre che ingeneroso dire che questo Governo non abbia cambiato marcia alla ricostruzione. Il decreto sblocca cantieri è solo l’ultimo dei frutti di un approccio fattivo alla rinascita dell’Appennino centrale attraverso misure di ogni tipo, disponibilità finanziaria compresa. Però a oggi è stato presentato meno del 10% delle richieste di contributo su danni ad edifici privati. Ci concentriamo sui nuovi strumenti legislativi ci daranno una mano a far spingere ulteriormente e, speriamo, definitivamente sull’acceleratore”.
20 giugno 2019