Quel suono continuo, sommesso e vibrante…
Le stridenti sirene delle ambulanze, dei Vigili del fuoco, della Polizia, degli antifurto, i clacson e i tubi di scappamento di moto e auto, i martelli pneumatici, gli squilli del telefono quando si riposa, i trilli e le musichette dei cellulari in tutti i luoghi (compresi cinema, teatri, ospedali, chiese e cimiteri), il fischio del treno, i dibattiti urlati in tv, il russare di chi ci dorme accanto, il televisore o lo stereo del vicino a tutto volume, una porta sbattuta di proposito o per una corrente d’aria, un cane che abbaia a tutte l’ore, una serranda o una tapparella tirate su o abbassate con decisione o noncuranza… tutti questi rumori producono un fastidio che si ripercuote sul buon funzionamento del nostro sistema nervoso (e non solo) con conseguente ricorso ai tranquillanti. Allora ben venga la musica, con vantaggi terapeutici, rilassanti o stimolanti a seconda della necessità. La musica ascoltata (o suonata) per giorni, mesi e anni, lascia una impronta indelebile positiva (ma talora negativa) sulla nostra natura emotiva. Certa musica, soprattutto in casa piuttosto che in auto o in discoteca, rilassa se sei agitato o stimola, se sei avvilito o depresso. Se sei di temperamento nostalgico ascolta la musica dei tuoi anni giovanili. Il primo innamoramento era legato a un certo motivo? Se hai la fortuna di riascoltarlo avrai un benefico tuffo al cuore, sia pure con un po’ di mestizia. Molti ragazzi frequentano rumorosissime discoteche (poveri timpani!) per dimenticare una realtà che non li appaga o che non hanno il coraggio di affrontare e usano la musica, diffusa ad alto volume, proprio per questo scopo. Musica che diventa droga per la mente e, invece di aiutare, istupidisce e annulla. Molto meglio correre una mezz’oretta al dì con dentro alle cuffiette una trascinante marcetta della fanfara dei Bersaglieri: ne guadagnerebbero fisico e spirito. Oppure vuoi un altro genere di musica più distensiva? Ascolta il canto degli uccelli, il fiume che scorre, le ritmiche onde del mare sulla battigia, le fusa del gatto… quel suono continuo, sommesso e vibrante…
Umberto