È stato un Primo Maggio di musica e impegno quello del pianista jazz cresciuto sotto l’egida del celebre trombettista Enrico Rava, Giovanni Guidi. E non poteva essere altrimenti perché il giovane pianista umbro tra i più talentuosi e apprezzati musicisti italiani contemporanei, ha celebrato la Festa dei Lavoratori suonando a Torino in un evento promosso per raccogliere fondi per riaprire l’Imbarchino, storico locale di musica e socialità del centro storico torinese. Guidi, che non ha mai fatto mistero delle proprie idee, nei mesi scorsi è spesso intervenuto prendendo pubblicamente posizione a difesa dei diritti dei migranti, e qualche giorno fa ha ufficializzato la propria candidatura alle Elezioni Europee del prossimo 26 maggio nei collegi di Lazio, Toscana, Umbria e Marche con “La Sinistra”, progetto promosso da Nicola Fratoianni e collegato al Partito della Sinistra Europea.
Europa, lavoro e giovani sono strettamente collegati nella visione politica di Giovanni Guidi. «Ho deciso di metterci la faccia e il cuore in questa avventura politica – spiega Guidi – perché credo sia indispensabile oggi per tutti noi lottare in prima persona per costruire un’Europa delle persone e dei diritti. Il lavoro deve tornare ad essere un’opportunità per tutti, una fonte di vita, di futuro, di costruzione della persona – continua – un’opportunità da cogliere per i nostri giovani e per i meno giovani che sono rimasti senza lavoro». Il riferimento è evidentemente al lavoro che uccide, ancora oggi nel 2019. «Dall’inizio dell’anno ci sono già 145 morti bianche. Non è possibile, – e puntualizza – accanto a chi muore sul lavoro, c’è chi muore perché il lavoro non ce l’ha e c’è ancora chi è costretto a lasciare l’Italia per poter cercare fortuna all’Estero. Da giovane musicista, spesso in giro per l’Europa per lavoro e concerti, ritengo che sia un dovere di chi ci governa creare opportunità di lavoro in Italia, anche intercettando e utilizzando le risorse europee e ritengo che l’esperienza lavorativa all’estero debba essere per noi giovani una opportunità e non l’unica soluzione per realizzare il proprio futuro – e conclude – la lotta per i temi del lavoro non si conclude certo il Primo Maggio ma è argomento quotidiano da portare con responsabilità e determinazione anche in sede europea».
2 maggio 2019