Citazione: “L’invidia è ignoranza e la imitazione è suicidio”

Così scrisse Emerson: “C’è un momento nella maturazione di ciascuno in cui si arriva alla convinzione che l’invidia è ignoranza e che la imitazione è suicidio. Bisogna, nel bene e nel male, prendere se stessi per quel che si è”. Benché l’universo sia pieno di ricchezze, nessun chicco di grano può nascere se non ci diamo da fare sul pezzo di terra che ci è stato dato da coltivare. L’energia che risiede in noi è nuova nella natura e noi soli possiamo sapere quello che siamo capaci di fare e non lo sappiamo finché non ci mettiamo alla prova. La società odierna porta l’essere umano a perdere la propria identità, per emulare le abitudini degli altri nella moda, nei costumi di vita e in ogni cosa! Dimentichiamo che ciascun essere umano ha una propria individuale personalità, irripetibile e inimitabile. Ciascuno deve mirare a due cose per vivere: prima ottenere ciò che si desidera; in seguito trarne soddisfazione. Solo i più saggi ci riescono. Dobbiamo lottare per cercare di essere felici e questo stato di felicità allontana anche la probabilità di possibili malattie. I francesi la chiamano “joie de vivre”. Essere ottimisti e pensare solo per oggi: sarò felice! E la felicità viene dal di dentro. Solo per oggi cercherò di essere simpatico e sarò cortese con tutti! Solo per oggi rafforzerò la mia mente studiando qualcosa di utile! Solo per oggi eserciterò il mio spirito con tre opere buone! Solo per oggi avrò paura di nulla, soprattutto non avrò paura di essere felice, di godere del bello, di amare e credere in  coloro che mi amano! Perché se non riusciamo ad amare i nostri nemici, almeno cerchiamo di amare noi stessi. Amiamoci tanto da impedire agli altri di influire sulla nostra felicità. Disse Shakespeare: “Per i nemici non riscaldate tanto la fornace da bruciarvi voi stessi!” Il suggerimento del Vangelo: perdonare 70 volte 7 è un sottile saggio consiglio per cautelare la propria salute, perché mantenere spirito di vendetta e risentimento verso qualcuno può provocare ipertensione e disturbi cardiaci o ulcera allo stomaco o altri malesseri, quindi dobbiamo amarci così tanto da non mantenere i sentimenti rancorosi per proteggere noi stessi. E poi quel richiamo di Emerson a coltivare il proprio angolino di terra. Richiamo già fatto dai nostri avi e antichi filosofi. È come un alludere ai talenti che ognuno di noi ha nel proprio DNA fin dalla nascita e che dobbiamo rendere fruttuosi! Di ciò dobbiamo esserne fieri, poiché grazie ai doni che la natura ci ha fornito ciascuno di noi è un essere unico! Quindi siamo ciò che abbiamo ereditato dentro di noi. Bene o male, dobbiamo coltivare questo nostro orticello. Bene o male dobbiamo suonare il nostro strumento nell’orchestra della vita. Per completare il quadro della felicità… non angustiatevi qualora qualcuno dovesse dimostrarvi ingratitudine. Essa è come la gramigna. Mentre la gratitudine è come rosa odorosa e deve essere nutrita, coltivata, amata e protetta. Diamo per il vero piacere di dare. Così scrive Aristotele: “L’uomo ideale è felice di rendere i favori agli altri!”

Fulvia Foti

 

“Oltre”

 

Oltre,

le scie di quelle stelle morte…

rannicchiata in un

solco di cielo spento.

Oltre,

vorrei contemplare,

mimetizzata in

quella stretta arteria

come in un’apnea

di eternità celeste…

Mentre la notte

asperge la sua

rorida mano sulle

sghembe gramaglie

con cui vestirà il giorno!

Ma uno sfrigolio di sassi

rimestati dalla risacca

gioca con l’onda che

mi culla e mi sussurra

che son sveglia…

e miro la distesa blu cobalto:

tace ogni vivere intorno.

“Oltre”…

Era solo un sogno!

In silenzio,

lecco le mie ferite.

Fulvia Foti

13 aprile 2019

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