Una riflessione sulle giornate Fai, segnatamente sul ruolo del volontariato. Ci giungono in redazione (qualcosa abbiamo anche pubblicato) i comunicati stampa delle scuole che hanno formato gruppi di studenti affinché diventino “Ciceroni”, per accompagnare i visitatori alle strutture museali di vario genere, aperte durante le giornate Fai di Primavera.
Secondo noi sarebbe più opportuno che ognuno rispettasse il proprio ruolo e non invadesse il campo e le competenze altrui. Nello specifico gli insegnanti dovrebbero insegnare, gli studenti dovrebbero apprendere e, insieme, dovrebbero frequentare durante le giornate Fai di Primavera (ma anche in altri periodi dell’anno) i musei per comprendere appieno il valore di quello che stanno visitando, grazie a ciò che gli insegnanti hanno insegnato e a ciò che gli studenti hanno appreso.
Per accompagnare i visitatori ci sono le guide professioniste, che non hanno una preparazione estemporanea su un singolo argomento ma hanno una complessità di conoscenze tale da inquadrare una notizia-evento-storia-autore-architettura ecc. ecc. in un ambito storico artistico a 360°.
Questo modo “invadente” di fare le cose è il segno di quanto poco la politica comprenda il valore del patrimonio culturale italiano, uno dei più importanti e vasti al mondo, un patrimonio che potrebbe darci una incalcolabile ricchezza economica se… se i Musei fossero tutti aperti, se avessero personale sufficiente, se le Guide venissero considerate per quello che è il loro effettivo valore, se i siti archeologici venissero scavati e messi in condizione di generare conoscenza ed economia… se, se, se…
Ma, si sa, “se” è il paese dei minchioni.
Fernando Pallocchini
27 marzo 2019