La vita in realtà non è breve, il tempo che la natura ci concede non è poco. Siamo noi a non saperlo usare. Siamo noi che rimandiamo a domani, a tra un mese, nel realizzare qualcosa, come se dovessimo vivere in eterno!
La vita si divide in tre periodi: passato, presente, futuro. Solo ciò che abbiamo vissuto è sicuro. Il resto è da gestire e non per tutti sarà uguale il tempo della vita.
Il divino Augusto, a cui gli dei concessero più che a chiunque altro, non cessò mai di invocare un po’ di riposo e di libertà dall’attività politica e alleviava le sue fatiche con la illusione, piacevole anche se falsa, che un giorno avrebbe potuto vivere soltanto per sé. Questa prefazione per giungere a noi, ai nostri giorni. alla notizia che da novembre i centri commerciali saranno chiusi nei giorni festivi. Cosa vuol dire? Torneremo alle vecchie e sane abitudini? Certo alcune tipologie di lavoratori, come medici, infermieri, forze dell’ordine, pompieri, sono stati sempre presenti in servizio 24 ore su 24, ma hanno i loro turni prestabiliti per cui non tutte le festività sono in servizio. Teniamo ben presente che questi lavoratori sono indispensabili per la tutela delle vite umane.
Il lavoro nobilita l’uomo, si è sempre affermato. Ma ogni lavoro è vuoto se manca l’amore, il lavoro è amore visibile.
“Se difatti cuocete il pane nell’indifferenza, preparate un pane amaro che poco sfama l’uomo! Se di malavoglia pigiate l’uva, nel vino il vostro sentimento distilla un veleno. Se pure cantate come angeli, ma senza amare il canto, rendete l’uomo sordo alle voci del giorno e a quelle della notte” (Khalil Gibram).
Ma c’è un altro lavoro da cautelare con amore, il lavoro dei rapporti affettivi, con parenti, amici. In questi ultimi decenni i legami familiari si sono quasi annullati. I giorni festivi non sono più stati una occasione per ritrovarsi tra nipoti, figli, nonni, zii. Trascurati anche i doveri religiosi. Le giornate festive sono una festa al centro commerciale, incontri con amici per poi consumare pizze, piadine, piatti pronti. Il tutto in presenza di disordine di frettolosità e intima solitudine.
C’è da augurarsi che, tempo al tempo, si tornerà a prestare attenzione al pranzo domenicale, alla dolce emozionante attesa nel preparare un piatto speciale, un dolce, che faccia ritrovare il calore della famiglia.
Per i bambini è importante vedere la mamma o la nonna che usa la farina e altri ingredienti. Nasce la curiosità e un conseguente dialogo che dona sicurezza e lascia nascere dei ricordi, che psicologicamente formano una struttura mentale sana e rimarranno nella mente in eterno e saranno quella sicurezza di base, che nel futuro farà superare i momenti difficili della vita.
Come istituzione, la famiglia è la prima società e subito dopo viene la scuola!
Dunque sappiamo usare il tempo in modo saggio, per realizzare qualcosa che parli di noi, quando la nostra vita terrena non esisterà più, ma rimanga il ricordo del nostro modo di essere, di qualcosa che abbiamo saputo creare per l’interesse e il bene del prossimo. Questa è l’unica cosa che potrà rimanere eterna nel ricordo dei nostri simili!
Fulvia Foti
Solo un verso
di Fulvia Foti
Riscrive il cuore
nel silenzio della sera,
il canto rosato dell’onda
nell’imbrunir del tardo
crepuscolo…
Riscrive il rimembrar
della Nottola di Minerva
che tarda, s’alza in volo
e racchiude mille accordi
di saggezza!
Riscrive il pensiero
tutti i miei passi…
i ricami delle mie mani,
le melodie delle note
sfiorate con amore!
I nomi… le frasi, gli appunti
sui taccuini;
i fiori nei giardini,
ancora germoglieranno.
Nuove vite da me lasciate!
Una mia foto sorridente,
come un ricordo perenne…
Cosa resta di chi
svanisce nel nulla?
Riscrive il cuore
l’anima d’un uccello
migratore, costretto a
dipartire e che non
vuol morire!
Ma giungerà a ghermire,
quella mano d’acerba
filigrana, coperta di brina.
Impotente la saggia
nottola: fermerà il volo…
e lascerà un verso…
Solamente un verso.
Trovato, poi, da qualcuno
in un vecchio scaffale
che sarà la vera traccia:
Pagina e Storia!
Solo un verso resterà!
24 dicembre 2018