I bei cipressi che in duplice filare adornano il gran vialone, lungo quasi un chilometro, che dalla Strada Statale 485, detta volgarmente carrareccia, conduce all’Abbazia di San Claudio, vennero fatti piantare nel 1934 dall’Arcivescovo Monsignor Attuoni. Ebbene si racconta che uno dei “vergari” del vasto patrimonio terriero (in possesso beneficiale dell’Arcivescovo stesso) fece osservare ad alcuni suoi colleghi: “Tra tande piande che cci sta a lu munnu, l’arcivéscu nóstru è gghjitu a rcapà’ pòrbjo li cipressi, mango se lu stradó’ portèsse a un cemetèriu!” (Tra tante piante che ci sono al mondo il nostro Arcivescovo è andato a scegliere proprio i cipressi, manco se il viale portasse a un cimitero!). Uno dei presenti ribatté: “Come pé’ lu Papa, per l’arcivéscu la morte vùr dì’ paradisu sicuru, e dónga per issu lu stradó’ porta a un cemetèriu che ‘dè ‘guale pricisu a lu paradisu, e li cipressi ce dice!” (Come per il Papa, per l’Arcivescovo la morte vuol dire paradiso sicuro, e dunque per lui il vialone porta a un cimitero che si identifica con il paradiso, e i cipressi ci si addicono!).
15 dicembre 2018