Il potere come servizio, dove si è nascosto?

È esperienza quotidiana l’arbitrio dei potenti i quali, ogni giorno, tormentano, sfruttano e corrompono in mille modi i propri concittadini. Essi, nella loro mente contorta, trasformano il proprio mandato in un feudo personale. Non c’è verso che nella loro coscienza sorga l’istanza morale di mettersi al servizio del prossimo.

 

I Re-Sacerdoti

Infatti il potere come servizio è la forma più divina dell’esercizio del potere: gli antichi Re-Sacerdoti non disdegnavano di lavare i piedi ai propri servi per essere umili tra gli umili. Il Figlio di Dio accettò, come tutti sanno, la più ignominiosa delle morti per insegnarci l’amore, il perdono e la carità, tre virtù fondamentali per un’armonica e pacifica coesistenza su questa terra la quale, se ciò accadesse, diventerebbe di colpo quel paradiso tanto decantato dagli antichi libri dell’umana saggezza. Eppure, oggi, ciò sembra un sogno, lontano o, nella peggiore delle ipotesi, irraggiungibile, visto quello che accade in ogni angolo del mondo.

 

Il Male è come il suonatore di piffero

L’orgoglio, la presunzione, l’arroganza, i diritti senza contropartita, lo smodato egoismo il quale, in ogni istante, pretende la soddisfazione dei propri desideri, senza alcuna preoccupazione che tutto ciò possa danneggiare i propri simili. Il Male è come quel suonatore di piffero di un’antica favola il quale, per ripulire la città dai ratti che la infestavano, li ammaliò con il suono e li annegò nelle fredde acque del mare. Ecco, anche noi esseri umani siamo come quei ratti e, inebetiti da un malefico canto, andiamo a morire in un mondo senza luce e senza speranza.

 

I bigotti

È vero: bellezza, piacere, potere, arbitrio sono monete del diavolo da spendere subito e a cuor leggero, senza dare tempo alla nostra coscienza di correggerci, di ammonirci, di consigliarci. La vita ormai è un treno senza guida, lanciato a folle velocità verso un compatto mondo di tenebre che lo inghiottirà senza lasciarne alcuna traccia. E coloro i quali si ricordano appena che tutti noi siamo figli di uno stesso Padre, annegano i morsi della coscienza in uno sterile legalismo, moneta senza suono. Essi partecipano, con bigotta assiduità, a riti, culti e cerimonie religiose che non generano in loro alcun rimorso ed ogni volta ritornano a casa con la convinta certezza di essersi guadagnato il paradiso.

 

La felicità è nel mondo dello Spirito

Tutto ciò è  un mare di pece in cui galleggiano atei e credenti, ricchi e poveri, consapevoli e non, convinti che l’unico amore da spendere è quello della carne, il piacere ad ogni costo, la nudità come mezzo per conquistare un’illusoria felicità. Molti lettori  mi tacceranno di pessimismo, ma io sono arciconvinto che la vera felicità si trova  nel mondo dello Spirito nel quale l’unica moneta da spendere è l’Amore, quello vero che riconosce sempre nel “Tu”, nell’“Altro”, il fratello, senza distinzione del colore della pelle, della nazionalità, della casta o della religione. La speranza  di chi crede è nei disegni di Dio, ma di quel Dio che ci ha fatti liberi proprio per pesarci, uno per uno.

Matteo Ricucci

3 dicembre 2018

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