Premessa: 1- Sembra pleonastico ricordare che i terremoti da sempre impattano su migrazioni, economia e sussistenza dei popoli. Come possiamo costatare anche ai nostri giorni. 2 – Il Piceno era abitato ben prima di quando molti sostengono: ovunque sono reperibili strumenti e armi in Pietra Scheggiata (il paleo e neolitico si fanno risalire a millenni a.C.). 3 – I Piceni sono detti anche Aborigeni (da sempre del luogo); vedi Dionigi di Alicarnasso: “Aborigeni, popoli vicini agli Umbri”. 4 – L’Adriatico è un piccolo mare, può considerarsi un grande lago, idoneo per scambi commerciali e non solo; le correnti superficiali facilitano e velocizzano le rotte.
I terremoti dal 2239 al 386 a. C. e loro effetti
2239 a.C. Roma, quando Noè dopo il Diluvio costruiva “la sua Residenza” sul Gianicolo. Gir. Bardi Cronol. Molti antichi storici, (non solo cattolici) assimilano Noè a Giano: Giano bifronte potrebbe anche essere Noè che vede prima e dopo il diluvio;
1629 a.C. distruzione di Babilonia, Sans Cronol.;
1587 a.C. gravi mortalità in Babilonia. Bardi Cronol.;
1565 a.C. Tessaglia, terremoto orribile, danni su 24 monti e incendi in gran parte della Grecia Licosſt. in Cronol. Prodig.;
1551 a.C. durante la fuga dall’Egitto, di notte, distrutti molti Tempii. Lor. Clement. in Pſ. 9. v. 17.;
1440 a.C. arrivo Ebrei nella Terra Promessa. San Agost. lib. 2. de mirab.;
1460 a.C. in varie nazioni, di notte, grandine spaventosa e in grado di uccidere. Saliano Ann. Eccl. T. 2. n. 38°;
1054 a.C. isole dell’Egeo, eruzione (cenere) Ceſ. Rao Meteor. trat. 7. e. 18.;
971 a.C. Giudea, montagna divisa in due, creazione di un gran lago. Morgi ſomm. cronol.;
844 a.C. Israele, ricordato da Amor Propheta c. 1.;
624 a.C. Locri staccata dal continente diviene Isola. Gustierez de Torres Hoſt Gen. de’Casi Meravig.;
620 a.C. Giudea, si apre un monte, considerato presagio della cattività; Gioſeff. Antte. Iudaice lib.9.;
570 a.C. Isola di Delo, quando Dario cercava di invadere la Grecia. Tucid. de Bel Pelopone f. lib. 2.;
514 a.C. Roma, accompagnato da pioggia di carne (?). Calviſ. Cron.;
511 a.C. Sparta, rovina della città;
506 a.C. Grecia, con Maremoti. Tabell-T. 1.-Aen lib. 2. Ann. 3.;
499 a.C. Lazio. Tit.Ltv. Dec. 1. lib. 3.;
497 a.C. Roma, presagio dei Galli sul Campidoglio. Bardi Cronol.
495 a.C. vari in Grecia, territori distrutti. In Asia scompaiono 2 isole del Mare Carpazio. Morigi somm. Cronol.;
491 a.C. Roma, distrutta per un terzo, segue la peste in tutto il Mondo. Morigi;
480 a.C. Istmo di Corinto, sprofonda una Città nell’Isola Eubea, Calviſ;
478 a.C. numerosi nei Pirenei, scoprono molte miniere d’argento. Beater;
477 a.C. diversi in Italia, grande carestia, disperazioni e suicidi nel Tevere. Licaſt. in Cron, prodig;
474 a.C. Vari in Italia, durarono un anno, rovina di Città, Terre e Ville, Hift. Miſcell. lib. 1.;
471 a.C. Roma, segue la peste. Bardi Cronol.;
466 a.C. Sicilia, eruzione dell’Etna, rovina di ville e territori: Licaſtin Chron; in Sparta grandi voragini, i Monti Taigeti si spezzano, distrutte città. Plut, in Vit. Cimon;
462 a.C. molti in Atene, Eubea, Beozia e Orcomene, peste. Tucid. de Bello Pelopon. 10, 7;
439 a.C. diversi nella Grecia e in Italia. Bardi Cron. Catal, prodig.;
409 a.C. 2° anno del Regno d’Artaserse Eſther cap. 11;
433 a.C. Acaja, ingoiò due città, Eura ed Helice. Conr. Asbat. Urſperg. in Chrom.;
433 a.C. Grecia, quando i Lacedemoni entrarono in Elide. Xenof Hiſt. to. 4. 33;
430 a.C. Delfo, invasa da Galli, Teutonici, e Germani. La parte dei Galli fu sconquassata. Licoſt. Argo fu danneggiata. Bard Cron.;
427 a.C. Efeso, molto rovinata. Bardi;
420 a.C. numerosi nel Lazio, molte le rovine. Bardi;
418 a.C. secondo Platone (Timeo) fa scomparire l’Isola di Atlantide. Gaud. Merul.;
413 a.C. Roma, si apre la voragine dove Curzio, armato, si gettò per salvare la Patria. Gº frid. Viterb. in Chron. p. 1o.;
404 a.C. molti e grandissimi in Grecia, Eraclia e Isola Sacra. Ariſt. Meteor. lib. 2;
402 a.C. Grecia molti, epicentro a Sparta. Bardi;
391 a.C. Atene e Corinto, gravissimi danni. Ar.2. Meteor;
388 a.C. Toscana, grandi rovine. Bardi;
386 a.C. rovina gran parte di Atene.
Di tutte queste spaventose calamità esistono documentazioni storiche e anche archeologiche. Lascio al lettore l’analisi su gravita degli eventi, ciclicità e superstizioni correlate. Chiedo una cortesia: tacete, non ditelo a ministri, governanti, governatori, commissari, presidenti, direttori e i loro “vice”. Li sentiremo pontificare sul nostro terremoto: “Le macerie sono documenti e la cultura è la prima risorsa nazionale. Lavoreremo… studieremo… il problema sarà risolto…”. Passeranno millenni. Ammesso che qualche giudice non sequestri “sine die” e che i protezionisti dell’ambiente non s’incatenino: “Sui detriti sono cresciute erbe e piante autoctone e protette; l’asportazione è un danno irreparabile per il paesaggio!”
Dati desunti da: Vincenzo Maria Coronelli, VE 1650 -1718; Giacomo Saliano m. 1640; Gerolamo de Bardi, FI 1544 – VE 1594; Francesco Sansovino, Roma 1521 – VE 1586; ecc.
27 novembre 2018