Aver addosso gli occhi di tutti gli altri,
sentire alle spalle scorrere parole
dette da tutti gli altri
fino a che il filo regge,
fino a che tutto viene disarmato,
fino a che tutto è chiaro nel sole
e poi tutto sarà già trascorso
nel sangue ipnotico, surreale,
attraversato come un museo,
come se la vita dovesse essere schiacciata
da porta a porta, sbarrata.
Ogni ragione è andata perdendosi
In un mondo arcaico, impazzito,
che risuona nel petto con suono d’acciaio,
poi con foga, poi come un atto di coraggio
da niente.
Radici si dimenano come a volermi
scacciare da tutto; nelle dicerie,
negli sguardi, si cancella
anche il mio volto di terra opposta,
di grotta di foresta, di graffi e di soffi,
da gatto strozzato.
29 ottobre 2018